L’EDITORIALE
di don Giorgio
Due “Scoperte”, in attesa della Terza…
Da quando, per grazia divina, ultimamente ho fatto due Scoperte, la mia esistenza è cambiata: nel Pensiero e nella Lotta. Un cambio radicale di marcia!
Due Scoperte imprevedibili, ma non per questo non attese.
L’uomo spera sempre, e Dio ci aspetta al varco, con le sue trappole talora micidiali.
Cristo, all’inizio del suo ministero pubblico, ha invitato alla conversione, dicendo: Metanoèite! Lo disse in aramaico, ma lo pensò in greco.
Il verbo greco è fortemente provocatorio: precede la morale, provocandoci nel nostro essere interiore.
Μετανοεῖτε!, ovvero: cambiate la mente, la vostra mentalità, il vostro pensare, il vostro modo di pensare.
Prima bisogna purificare il pensiero, e dal pensiero purificato nascerà la nuova morale, ovvero il nostro agire. Esattamente il contrario di quanto insegna la religione, compresa la Chiesa cattolica, che traduce le parole del Cristo così: “Cambiate vita, ovvero tornate alla morale religiosa o cattolica!”.
Un errore madornale, direi imperdonabile!
Una presa per i fondelli di un Cristo, che non è venuto sulla terra per insegnarci una nuova morale, ma per dirci chi “siamo”.
Noi siamo il Pensiero di Dio!
Siamo il Pensiero rivolto all’Essere, e l’Essere, anche nelle sue emanazioni, è per natura “spirituale”, ovvero Spirito di Libertà.
Il Pensiero è l’essere pensante, e l’essere pensante è l’intelletto “attivo” nel senso aristotelico: è l’intelletto che non si fa condizionare dal mondo coseificato (questo è l’intelletto “passivo”), ma è tutto proteso verso l’Alto, ovvero verso il Sommo Unico Bene, che illumina e purifica, quasi costringendo l’intelletto a riflettersi nel Sé divino.
Sì, l’intelletto “attivo” è lo specchio del Divino, che poi agirà illuminando i nostri comportamenti morali, ma senza farsi condizionare dall’esteriorità di una società, oramai al colmo di una follia di alienazione mortale.
Ecco allora le parole del Cristo: Metanoèite!, ovvero, cambiate il posto al vostro intelletto: quello “attivo” soppianti quello “passivo”. Come a dire: “Pensate come Dio, e non come gli uomini!”. Ovvero: “Siate intelligenti come Dio, e non stupidi come gli uomini!”.
Dunque, è il Pensiero divino che conta, e allora: cambiate mentalità e ridate al Pensiero che conta il suo primato.
Quindi, non è anzitutto la morale da cambiare, ma prima da cambiare è quella mentalità, che riflette un pensiero “passivo”, che è come una spugna che assorbe ogni cosa.
Metanoèite! Convertitevi (in italiano), ma la conversione non è tanto cambiare strada: è una questione prima intellettuale che etica.
Non solo il credente – purtroppo il credente è una vittima dell’inganno della religione – ma ogni essere umano, indipendentemente dalle sue “credenze”, deve vivere del Pensiero divino, se vuole “essere”, e non un oggetto di consumo.
Μετανοεῖτε, ovvero siate voi stessi.
Tutto torna: il cerchio magico si chiude: un cerchio infinito di un Pensiero, che affonda le sue radici nel Pensiero greco.
Cristo dicendo: Metanoèite!, ovvero “Sii te stesso!”, pensava a Socrate e a Platone e anticipava il pagano Plotino.
Tutto torna, ma Il Figlio di Dio, il Logos che si è fatto Parola incarnata, ha dato un ulteriore e radicale scossone ad una umanità, che era sull’orlo di un abisso infernale.
Tutto torna, e c’è sempre qualcosa che, purtroppo, riflette il Maligno, e il Maligno assume volti diversi, mai stanco di proporsi come alternativa al Bene, anche nei suoi riflessi di Bellezza.
Ora il Maligno ha un nome: populismo razzista leghista! E la mia Lotta continua. Una Lotta anche violenta, come è violento il Pensiero che cambia una esistenza.
Dicevo: ultimamente, ho fatto due Scoperte, che hanno cambiato la mia vita.
Prima Scoperta: la Mistica medievale (è sempre bene specificare “medievale”).
Mistica: prima è Distacco, poi Unione divina.
Distacco, ovvero conversione mentale. Il distacco mistico riporta l’essere o lo spirito al centro, togliendo tutto l’eccedente, condizione indispensabile per ridare allo spirito tutta la sua purezza o nudità d’essere.
Il distacco è per orientare l’intelletto “attivo” verso l’Alto, il Divino.
Di conseguenza: tutto cambia prospettiva, il mondo appare in una visuale completamente diversa. Nella Luce tutto si fa Luce.
Seconda Scoperta: la Femminilità, ovvero l’incarnazione della Bellezza divina. Non dico altro: tutto è così personale che anche gli angeli non capirebbero.
Le due Scoperte porteranno, prima o poi, alla terza: la Bellezza è per sua natura Androgina.
Se la Bellezza è il riflesso più visibile del Sommo Bene, quindi Dio sarebbe per sua natura Androgino?
No, non è possibile dirlo, perché Dio è l’Inconoscibile. Ma nessuno può impedirci di “pensare” che Dio, nel suo purissimo essere, sia una Realtà androgina, in cui la Femminilità e la Mascolinità coesistano nell’Unità divina dell’Essere infinito.
Forse anche questo intendeva il Cristo, dicendo: Μετανοεῖτε!, ovvero, cambiate pensiero, voi che persistete nel distinguere la femminilità dalla mascolinità, facendo ancora prevalere il potere maschile a danno della gentilezza femminile.
11 maggio 2019
Dio ama gli audaci.
Bell’editoriale don Giorgio. Come ha insegnato Carlo M. Martini, la conversione cristiana è “interiore”, è “attuale” e discreta. A contatto con Cicerone, Agostino prima di una conversione “morale e mistica” ebbe una radicale conversione “religiosa” rappresentata dal vangelo di Marco. Per la conversione “morale” il miglior riferimento è Ignazio di Loyola ben richiamata dal vangelo di Matteo. C’è un’altra conversione prima di quella mistica ed è la conversione “intellettuale” ben raffigurata da Henry Newmann e ben rappresentata dall’opera di Luca (vangelo e Atti). Ma è nel vangelo di Giovanni la conversione “mistica” ben semplificata in Teresa d’Avila”. Dopo più di vent’anni di “mediocrità” entra per grazia in quello stato di semplificazione nel quale contempla il Signore presente in lei, in ogni membro del suo Corpo mistico, in ogni persona e in ogni situazione, e contempla tutta la realtà in lui. Il responsabile della Chiesa è l’uomo della sintesi, capace di vedere sempre lo Spirito in azione nella storia. Deve saper cogliere l’unità nei frammenti, nelle disparate attività, e non può farlo se non è giunto alla conversione mistica.