L’EDITORIALE
di don Giorgio
Chiesa istituzionale, Stato e l’essere umano
Qualcuno mi ha chiesto se possa esserci collaborazione tra Chiesa e Stato o, più specificatamente, tra religione e democrazia politica.
Nessuno può negare che, ancora oggi, ci siano partiti che si ispirano alla fede religiosa. Non dimentichiamo ciò che ha rappresentato la Democrazia Cristiana (D.C.) nel nostro Paese, nel suo immediato passaggio, tramite un referendum istituzionale (domenica 2 e lunedì 3 giugno 1946, dalla Monarchia alla Repubblica.
La mia posizione è chiara: senza toccare il problema della Democrazia Cristiana, che lasciamo ai politologi del futuro, vorrei semplicemente dire che non ci deve essere nessuna commistura di fede religione e di gestione politica.
Un conto è la Chiesa cattolica come struttura, e un conto è lo Stato come struttura. Tuttavia, un conto è collaborare mischiando le proprie autonomie, e un conto è mettersi in alternativa, con inevitabili scontri, che non fanno alcun bene né al credente in quanto credente né al cittadino in quanto cittadino.
La Chiesa faccia la Chiesa, e lo Stato faccia lo Stato!
Ma… c’è un ma importantissimo.
Vorrei essere il più possibilmente chiaro, per non rischiare di essere frainteso. Il rischio c’è, comunque, visto che oggi c’è una grande confusione.
Parlare di religione è un conto, parlare di essere umano può essere qualcosa di altro. Dipende. Dunque, attenzione!
E se c’è una cosa che accomuna la religione e lo Stato è proprio l’essere umano, non nella sua struttura religiosa o statale, ma nella sua realtà essenziale di essere umano.
L’essere umano è alla base della religione e della politica, ma l’essere umano inteso, paradossalmente, nella sua realtà più “spirituale”.
So benissimo che dire “spirituale” potrebbe fare star male il mondo della cosiddetta “laicità”, ma non è colpa mia se il laicismo è così cieco e ottuso da non capire che c’è spiritualità e spiritualità. La spiritualità di cui sto parlando è la realtà interiore dell’essere umano, che è libera da ogni condizionamento strutturale, anche del tipo religioso.
Se parlo di “spirito”, intendo la parte essenziale dell’essere umano, indipendentemente se uno è credente o non è credente.
Lo spirito dell’essere è ciò per cui ciascuno “è”.
Ecco perché dico che la religione e lo Stato non possono non tener conto dello spirito, che è la realtà più profonda dell’essere umano.
Vedremo la prossima volta di approfondire meglio.
14 dicembre 2019
Quest’articolo è alla mia portata,aspetto l’approfondimento.GAEZIE DON GIORGIO.