L’EDITORIALE
di don Giorgio
Solo paranoie, o esigenze divine?
Talora mi chiedo: a che serve inveire con parole anche di fuoco e per nulla politicamente corrette o restando nelle righe di un linguaggio ortodosso secondo le comuni regole del rispetto della persona, quando poi le nostre invettive sono destinate a scivolar via come su lastre di vetro?
Certo, sono anche lo sfogo per una amarezza troppo acuta, che, se restasse troppo a lungo dentro di noi, finirebbe per ammutolirci, con la beffa che a pagarla siamo sempre noi, pur con mille e più ragioni per protestare!
E chiariamo: almeno nel mio caso, e so che è anche per tanti altri, la protesta anche solo verbale non è mai una questione personale. MAI! Non solo non abbiamo alcun tornaconto del tutto personale, ma sempre con il rischio di una condanna, anche perché i prepotenti si difendono minacciando con delle querele. I ricchi possono rischiare, i poveri ci pensano due volte.
Certo, non basta inveire magari tutti i giorni, magari appena aperti gli occhi al mattino, anche perché poi la giornata diventa pesante e insopportabile. Si lavora male, si mangia male, si pensa male. E si arriva alla sera, senza che qualcosa sia cambiato in meglio. Si va a letto, non si dorme, e ci si alza subito nervosi. E così via.
Forse siamo nati male, sia fatti male: chi è onesto e ama il giusto, non avrà mai vita facile. Per trovare un buco di felicità bisogna anestetizzarci dentro. E allora tutto cambia: chissenefrega che Trump le spara grosse, ed è un pericolo mondiale per tutti, chissenefrega se l’Israeliano hitleriano fa uccidere bambini innocenti e sta scombussolando ogni equilibrio politico e sociale, chissenefrega se Putin continua a far guerra all’Ucraina, pretendendo terre non sue, chissenefrega se al governo della nostra c’è una tappetta oscena in tutto, troietta figlia di un troione, chissenefrega se il governo è una masnada di delinquenti con il culo incollato al cadreghino perché così hanno risolto il loro problema economico, più sono sporchi più pretendono di essere ancora onorevoli!
Sì, sono nato male in una famiglia di lavoratori onesti, sono fatto male perché ho nel sangue l’onestà dei miei genitori, cresciuto in un ambiente sanamente educativo: sto male solo vedendo in faccia anche uno solo dei merdosi di una compagine governativa che si regge con il favore di un popolo bue, e allora me la prendo anche con qualsiasi cittadino con il sospetto reale che il tizio o il caio ol sempronio mantiene a lungo politici corrotti, puttanieri, delinquenti, pelandroni, che, proprio sapendo di avere il consenso popolare, si divertono a deridere gli onesti, i giusti, gli spiriti liberi.
So che qualcuno potrebbe dirmi: almeno tu credi in Qualcuno che sta in Alto, pronto a intervenire; almeno tu appartieni a una Chiesa che ogni giorno predica bene, inventa ogni buona occasione per stimolarci al Bene, ecc. ecc. Certo, guai se non avessi la Fede, quella Fede pronta a spostare ogni montagna, a maggior ragione a togliere dalle scarpe qualche sassolino.
Proprio per questo, avendo Fede in quel Cristianesimo nato dal Pensiero, me la prendo ancora di più, soffro dentro, e lotto fuori, perché la Chiesa si tolga da una perenne contraddizione: predicare bene e razzolare male. Non posso negarlo: il passato del Cristianesimo puro è fulgido di Geni straordinari, chiamateli santi o martiri, o semplicemente spiriti liberi nella Libertà dello Spirito divino, uccisi dalla stessa chiesa istituzionale che non sopporta nel suo dna religioso di aver a che fare con spiriti contestatori, in nome della libertà dello Spirito divino.
Se dal mondo politico non verrà nulla di buono: ogni speranza di conversione sarà del tutto vana, nel mondo dello Spirito non solo spero, ho la garanzia che tutto è nelle mani del Tutto, che ha i suoi piani misteriosi, sempre in vista della restaurazione di un Creato sempre più frantumato e depresso, dove sembra che il Maligno se la goda, perché il suo regno è quello delle tenebre.
Una via d’uscita l’avrei: fregarsene di ogni istituzione religiosa, della stessa Chiesa cattolica, fare l’eremita o lo spirito dissidente a vita. Ma che servirebbe? A farmi godere qualche attimo di beatitudine eterna?
Non mi sarà facile, no non lo sarà, estraniarmi da tutto, e lasciare che il mondo con tutto il suo peso carnale cada addosso sull’intera umanità. Non mi godrei male, in santa pace, quel Dio che, se da solo ha creato l’Universo, vuole rifarlo a nuovo, ma non da solo.
15/02/2025
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