Dio, patria e famiglia… nel culo di un popolo barbaro

L’editoriale
di don Giorgio

Dio, patria e famiglia…

nel culo di un popolo barbaro

Anni fa le piazze erano stracolme di milioni di onesti operai, soprattutto comunisti, che rivendicavano diritti per i più deboli. C’era una solidarietà che univa gli interessi di ciascuno per il bene di tutti.
Bei tempi, oramai tramontati nel nulla, o finiti in quella marmaglia di cretini, compresi gli operai venduti al potere più criminale, che urlano solo pretese partorite da un cervello fuso.
Ed ecco le piazze, “occupate” da imbecilli, da violenti e da criminali, che se rivendicano ciò che loro chiamano diritti, è solo per quell’egoismo individuale che frantuma qualsiasi concetto di solidarietà sociale.
Oggi le piazze sono “occupate” da tanti “io” che se ne fregano degli altri. Il bene comune è calpestato dalla perversione mentale di chi scende in piazza solo per salvare se stesso, anche nelle pretese più assurde, più allucinanti e più oscene.
Il tutto condito dalla imbecillità di certi politicanti, tra l’altro radicalmente insulsi (partoriti dal nulla e che andranno nel nulla), a cui basta poco per pescare nel torbido. Allungano le proprie zampe per toccare il fondo.
Non solo la piazza è un’accozzaglia di egoismi portati all’estremo, nella stessa famiglia c’è una tale carnalità da spegnere qualsiasi spirito collaborativo. O c’è anarchia oppure un padre padrone che impone il proprio io. Famiglie, anche cristiane, dove si mangia e si consuma solo carnalità. Neppure quando vanno in chiesa pensano allo spirito.
Cristo ci ripete ancora: “Metanoèite!”, cambiate il modo di pensare.
Il problema oggi è ancora più grave: non si pensa più, c’è stato qualcuno che per decenni di anni è riuscito a mozzare la testa agli italiani. E gli italiani sono una massa che emette suoni dal loro culo, in cui mettono perfino Dio, patria e famiglia.
16 ottobre 2021
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
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