Partitocrazia erotica
L’EDITORIALE
di don Giorgio
Partitocrazia erotica
Partitocrazia, ovvero un diavolo per ogni angolo di casa. E la casa, che si chiama nazione, ha tanti angoli quanti può permetterne una sola misera idea di bene comune.
Sì, basta una misera idea, e i partiti prolificano come conigli.
Non ho ancora capito da dove nascano certe idee, quando manca l’intelletto. Sì, perché se ci fosse l’intelletto, avremmo almeno la giustificazione che potrebbe anche funzionare male.
I partiti nascono da idee, che si fanno ideologia, di gente senza testa.
Ma al posto della testa qualcosa c’è di strano, che sembra far funzionare il meccanismo della democrazia: un meccanismo così materialistico che basta poco perché s’inceppi, nonostante tutte le menzogne dei partiti, che vorrebbero far credere al popolo bue che manca solo un po’ d’olio per lubrificare qualche rotellina un po’ arrugginita.
Il problema è che la democrazia non è una macchina da oliare con tutti gli stratagemmi di partiti già arrugginiti nella stessa ideologia che è, ripeto, una specie di giustificazione culturale di idee malsane.
In realtà, l’ideologia è la fissa di un populista, nato da un accoppiamento erotico tra oggetti attratti tra loro da un miscuglio di sensualità incontrollabili.
Guardatelo bene in faccia: ogni populista rivela già un’oscena voglia di accoppiamento.
Certo, lui cercherà di nascondere l’oscenità con sorrisi da idiota, con quella spudoratezza che è tipica dei depravati.
In fondo, ogni populista è un depravato, come quel benefattore che ti promette un pugno di mosche in cambio di una vagina (o di un pene, dipende dal genere del populista).
L’erotismo fa parte di ogni partito, al cui comando c’è un leader populista: la partitocrazia si fa leaderismo carismaticamente perverso.
Un amore distorto, o distolto dal vero Bene comune!
In fondo, il partitismo che s’incarna nel pezzente di turno è un solipsismo depravato, alla ricerca di stimolazioni erotiche per un accoppiamento con una massa disposta a tutto, anche a vendersi nell’anima, supporto che di qualcosa di proprio sia rimasto ancora un barlume.
16 novembre 2019
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Seguo sempre con grande interesse e aspetto il seguito.Grazie DIN GIORGIO.