Alla fine i cristiani sono riusciti a spegnere anche il Sole!

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Alla fine i cristiani sono riusciti a spegnere anche il Sole!

Forse il più grave crimine del cristianesimo fu la distruzione di ogni forma di paganesimo, anche nelle sue biblioteche e nei suoi templi, oscurando o addirittura tentando con ogni mezzo, anche violento, di spegnere un Pensiero o Intelletto, che aveva illuminato il mondo dell’antichità, ancor prima che il Logos, ovvero la Sapienza divina, s’incarnasse per rendere ancor più visibile quel Pensiero.
Se la Chiesa primitiva si oppose all’ebraismo sostituendo la circoncisione con il battesimo, la Festa di Pasqua e dei Pani azzimi con la morte e risurrezione di Cristo, la Festa delle Settimane o di Pentecoste con la discesa spettacolare dello Spirito santo sugli apostoli, il tempio e le sinagoghe con le celebrazioni eucaristiche nelle chiese o basiliche, verso il paganesimo la Chiesa fu ancor più dura nel distruggere idoli e immagini pagane, templi e biblioteche, costruendo sui loro resti i suoi luoghi di culto.
Ma il vero delitto compiuto dalla Chiesa fu la condanna del grande Pensiero classico, che per il fatto di provenire dal mondo cosiddetto pagano non “poteva” convivere con la fede cristiana. La barbara uccisione della filosofa alessandrina Ipazia ne è una prova lampante. E non mi si dica che è stato un caso isolato, compiuto da alcuni fanatici cristiani. Casomai dobbiamo dire che anche grandi santi, riconosciuti tali dalla Chiesa, contribuirono a distruggere il mondo del grande Pensiero.
Ovunque si diffondeva, il cristianesimo era come un rullo compressore, che schiacciava ogni libertà di Pensiero.
Il fatto stesso che la data della Nascita di Cristo (nessuno di noi sa ancora né l’ora né il giorno né il mese e neppure l’anno) sostituì la celebrazione pagana del solstizio d’inverno, “Natalis Solis Invicti”, cioè la nascita del nuovo sole che, dopo la notte più lunga dell’anno, riprendeva nuovo vigore, sta a dimostrare quanto sia stata deleteria l’opera della Chiesa, e oggi ci si chiede se la celebrazione del natale cristiano non sia la celebrazione delle tenebre di credenti, spenti nel loro essere.
Cristo non era venuto per fare piazza pulita di quel Pensiero acceso dagli antichi filosofi pagani, che credevano nella Divinità dell’essere umano, ma per smascherare una religione, quella ebraica, e con essa ogni altra religione, che aveva fallito sostituendo il Pensiero con la schiavitù di una legge senza cuore.
La Chiesa non tardò a riattivare le ceneri del giudaismo, battendo le stesse strade di prostituzione mai sazie di tradimenti e di scandali.
Ci volle tutta la violenza del potere della Chiesa per farci credere di aver spento le origini del male, ovvero di ogni forma di paganesimo, ma non potrà mai raggiungere il suo perfido scopo, visto che sotto le ceneri il calore del Pensiero divino è ancora presente, pronto a riattivarsi per bruciare religioni e cattedrali, là dove il corpo domina a discapito dello Spirito che geme.
Ad ogni Natale che torna, nasce in me la speranza del Sole invitto di un Dio che denuda le apparenze di una religione, quella cristiana, che ha violentato anime e corpi, nella presunzione di poter cantare vittoria, ogniqualvolta pensava di spegnere la libertà del Pensiero.
16 dicembre 2017
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

2 Commenti

  1. Romeo ha detto:

    Purtroppo quella descritta e’ la realtà del passato; e’ storia. Ciò che tuttavia risulta molto triste e’ che nei prossimi cento anni il cristianesimo sarà sostituito in grande maggioranza dall’islamismo che risulta altrettanto oscurantista e manipolatore.
    Dove andrà il libero pensiero e come vivranno le prossime generazioni?

    • Don Giorgio ha detto:

      Credo che l’islamismo o altri fondamentalismi non avrebbero presa, se ci fosse un grande Pensiero che lo possa contrastare. La nostra società occidentale è vuota, per cui è facile riempirla dal primo violento che arriva. Fermiamoci all’Italia: te ne rendi conto di quanto siamo vuoti dentro? Più di pancia non si parla, occorre parlare dell’essere e della realtà più profonda che è in noi.

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