Il Diavolo e le sue “trappole” di bellezza

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Il Diavolo e le sue “trappole” di bellezza

Quando penso a ciò che “è” l’essere umano, e a ciò che rappresenta il mondo dell’essere interiore, non posso tacere, proprio in nome dell’essere umano, di fronte a qualsiasi violazione di ogni diritto dell’essere interiore, che è anzitutto un dovere, da parte di ognuno di noi, di essere “se stesso”.
Se l’opera del Maligno è separaci nel nostro mondo interiore (per questo si chiama diavolo, dal greco “dia”, attraverso, “ballo”, metto, ovvero: separare, metter in mezzo, frapporre una barriera, creare fratture), chi o che cosa collabora con lui nel dividerci nel nostro essere, è diabolico.
Smettiamola di rappresentare il Diavolo (non uso la parola “demonio”, che ha un significato positivo: demonio deriva da “demone”, un “essere divino” che fa da intermediario: pensiamo al demone Eros del “Convito” di Platone), con la faccia di un orco, sotto le sembianze animalesche, le più orrende, schifose e feroci.
Il Diavolo è intelligente (dopo Dio, dicono i teologi, il più intelligente è lui) e scaltro (lo dice anche Gesù: “I figli di questo mondo (maligno) sono più scaltri dei figli della luce”), perciò non  agisce da idiota: si fa bello, affabile, affascinante, seduttore, ingannevole.
L’inganno, per essere tale, non può essere grossolano, volgare: semina ovunque “trappole” che sembrano le stesse, se non ancor più “trappole”, di quelle divine.
Anche Dio, dice Simone Weil, ha messo nel mondo delle “trappole”, e la trappola più seducente è la Bellezza. Il Diavolo imita Dio, lo copia, ma ci inganna sotto le vesti di un dio bello, generoso, misericordioso, compassionevole.
La storia degli “ossessi”, di “posseduti” dal Maligno e dai suoi scagnozzi, è una bella o brutta trovata di una Chiesa, che ha tutto l’interesse a farci credere nelle manifestazioni animalesche del Diavolo, con l’intendo di farci paura: ogni religione vive creando paure per convincere i suoi credenti a stare in riga: genuflessi, sottomessi, obbedienti ai suoi dogmi e alle sue inflessibili norme moralistiche.
Anche il cattolicesimo, che è la deformazione più oscena del cristianesimo originario, è vissuto sulle paure, facendoci tuttora credere che il Diavolo assuma il volto di un mostro che divora le anime più minchione.
E il Diavolo se la ride, perché lui è altrove, là dove la religione non pensa che sia, ed è all’interno della Chiesa stessa, sotto le spoglie di un pontefice populista, o le sottane di preti anticonciliari e fondamentalisti o con il dolce paterno sorriso di un prete che abusa sessualmente di un bambino.
Una prova che la Chiesa abbia ancora una visione distorta del Maligno sta nella sua attuale preoccupazione di aumentare il numero degli esorcisti. Casomai, il vero esorcismo andrebbe fatto all’interno del nostro essere, con una seria, impegnativa, costante educazione per la scoperta del mondo interiore, là dove è presente il Divino, ma ancora seppellito, come scrive Etty Hillesum nel suo “Diario”, sotto una valanga di pietre di una ostinata indifferenza, e là dove c’è anche la presenza del Maligno, sotto le vesti dell’Ego, il quale, nella sua azione di appropriazione (questo è mio, quello è mio, ecc.) fa da ostacolo, bloccando la libertà dello spirito, e agisce da filtro, lasciando entrare dall’esterno solo cose, cose, cose ingombranti.
Ecco il Diavolo: l’Ego. Un Ego che diventa il nostro “signore”, che ha un bel volto, tale da offuscare quello di Dio.
In altre parole, il Diavolo gareggia con Dio, non offrendoci il Brutto, ma il Bello, ingannandoci.
Il Diavolo non è colui che divora le anime distogliendole da Dio: è colui che divide l’essere umano, separandolo dal mondo del Divino.
E per fare questo il Diavolo assume il volto di una bellezza che è apparenza, una falsificazione ingannevole della Realtà divina.
La Chiesa non ha capito nulla dell’inganno del Maligno, forse perché essa stessa è preda del Maligno, e lo sarà fino a quando idolatrerà il suo “grosso animale”, ovvero la sua struttura dogmatica e morale, i suoi organismi assistenziali ed educativi, che pensano solo a curare la “carnalità”, dimenticando l’essere interiore, ovvero il mondo dello spirito, nelle mani di un Ego che divide, separa, frantuma ogni rapporto con il mondo del Divino.
E poi ci si lamenta di ciò che di orrendo succede nel mondo: guerre, violenze, stupri, femminicidi, pedofilie, ecc.. Ci scandalizziamo e protestiamo, ma non otterremo nulla, saremo solo ridicoli pagliacci che espongono pezzi colorati di tela fuori dalle finestre o scendendo sulle piazze gridando contro questo o contro quello, a vanvera.
Siamo alieni, e protestiamo da alieni!
Solo all’interno del nostro essere, potremo vincere la battaglia tra il bene e il male. Fuori, tutto è bello e tutto è brutto, ma la bellezza talora è solo apparenza che nasconde il male.
Sì, siamo alieni fottuti dalla nostra stessa alienazione!
La società è ipocrita, e la religione è ipocrita. E la Chiesa è spenta: grida “al lupo! al lupo!”, ma il lupo non c’è, là dove grida la Chiesa.
Il lupo è quell’Ego che ci divorando nel nostro essere.
La società è l’incarnazione dell’Ego, così la religione, così la Chiesa: esse vivono di “carnalità”, ovvero di un corpo sociale e religioso, che è il vero “grosso animale” platoniano.
E il Diavolo se la ride di gusto. Sembra quasi che, dall’alto di un monte, tranquillamente seduto, guardando la vallata dica soddisfatto: “Fanno tutto loro!”.
E continuamente passa da una cima all’altra, perfino vola sulla guglia più alta di una cattedrale, e ripete la stessa cosa: “Fanno tutto loro!”.
Dicono che l’abbiano visto anche sulla guglia più alta del Duomo di Milano.
Aveva il volto della “madonnina”, tutta luccicante d’oro, come quello che affascinava il popolo in  adorazione del vitello d’oro.
Sono qui, a meditare e a soffrire, pensando. “Quale Mosè potrà liberarci, per condurci verso la Terra Promessa?”.
18 maggio 2019
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

 

3 Commenti

  1. francesco66 ha detto:

    Ogni tanto torno nel Suo sito , in questo caso ero curioso di leggere i Suoi commentialle europee, e l’ho fatto abbastanza assonnato . Beh, ancora non ha commentato le europee, letto questo articolo ho poco da dire . Ma mi ha colpito l’allusione al femminicidio : è più grave, a suo parere, dell’uccisione di una persona di sesso maschile? E se sì perché ?

  2. Matteo ha detto:

    Vorrei essere credente ma purtroppo non lo sono. Tuttavia mi piace ciò che Margherita Hack disse una volta professandosi atea: “Il mistero dell’aldilà c’è certamente. Se quando morirò dovessi scoprire che c’è la vita eterna, dirò a Dio che ho sbagliata. E forse tutto sommato sarebbe bello essersi sbagliati”.

    • Luigi ha detto:

      Edith Stein, che Salvini ha citato sul palco in Duomo ignorando chi fosse, era un’atea che si è convertita al cattolicesimo. E’ stata arrestata in Olanda e rinchiusa ad Auschwitz-Birkenau dove è stata trucidata. Disse di Martin Heidegger che non rinnegò il nazismo: “La filosofia di Heidegger è la filosofia di una cattiva coscienza.” Quella che a me piace è: “Lei potrà aiutare meglio gli altri se si preoccuperà il meno possibile di come farlo e sarà il più possibile semplice e gioiosa.”

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