Morto Michele Gesualdi, è stato il simbolo del biotestamento

da La Stampa
18/01/2018

Morto Michele Gesualdi,

è stato il simbolo del biotestamento

Allievo di Don Milani ed ex presidente della provincia di Firenze, era affetto da Sla e lanciò un appello: «Fate presto»
E’ morto Michele Gesualdi, ex presidente della Provincia di Firenze e uno dei primi sei allievi di don Lorenzo Milani nella scuola di Barbiana, divenuto simbolo della battaglia per la legge sul testamento biologico. Gesualdi, affetto da Sla da tre anni, è stato dirigente della Cisl e presidente della Provincia di Firenze subito prima di Matteo Renzi.
Nello scorso marzo aveva scritto una lettera ai presidenti di Camera e Senato per chiedere un’accelerazione nell’iter per la legge sul testamento biologico poi approvato lo scorso dicembre. La lettera è stata resa nota a novembre.
Nella lettera, inviata anche ai capi gruppi parlamentari, aveva raccontato la sua malattia lanciando un appello: «Fate presto, non voglio essere torturato». Parole che hanno fatto nascere un comitato e un hashtag che in pochi giorni trovò sostenitori da ogni parte d’Italia. «La Sla è una malattia spaventosa, al momento irreversibile e incurabile – scriveva nella lettera – avanza, togliendoti giorno dopo giorno un pezzo di te stesso: i movimenti dei muscoli della lingua e della gola, che tolgono completamente la parola e la deglutizione, i muscoli per l’articolazione delle gambe e delle braccia, quelli per il movimento della testa, e respiratori e tutti gli altri. Alla fine rimane un scheletro rigido come se fosse stato immerso in una colata di cemento. Solo il cervello si conserva lucidissimo insieme alle sue finestrelle cioè gli occhi, che possono comunicare luce ed ombre, sofferenza, rammarico per gli errori fatti nella vita, gioia e riconoscenza per l’affetto e la cura di chi ti circonda».

1 Commento

  1. principeAIzurro ha detto:

    Il testamento biologico può diventare l’opposto della libertà, se preteso per entrare in ospedale o casa di riposo in modo da far stare tranquilli i responsabili, come nel vecchio film La famiglia Savage

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