
da la Repubblica
Lago d’Iseo,
camminare sull’acqua con Christo
Apre la affascinante passerella di 3 chilometri che unisce Sulzano, Monte Isola e l’Isola di San Paolo
di VALENTINA TOSONI
La passerella è diventata giallo oro, galleggia seguendo il movimento dolce delle onde e passeggiandoci sopra con Christo, l’artista che l’ha creata, ammirando il paesaggio, le linee che traccia e ascoltando le sue semplici e dirette indicazioni, si viene contagiati dalla sua invidiabile energia, si misurano la bellezza, l’imponenza e l’importanza del progetto. “Camminate, ascoltate le sensazioni che avvertite, non sentite quanto è sexy abbandonarsi al ritmo dei movimenti che vengono dall’acqua. Questo è un lavoro fisico, non virtuale queste passerelle non sono slide, proiezioni, sono cose reali, a me interessa la vita”, ripete l’artista più e più volte. Quindi, tutto è pronto, lo possiamo testimoniare, e sta per prendere il via l’evento artistico più importante dell’anno, che sarà guardato dal mondo intero: finalmente si potrà camminare in massa sulle acque del lago d’Iseo. Solo se le condizioni meteorologiche non saranno adatte potrà essere rinviata l’apertura prevista per sabato 18 giugno, dell’ultima, gigantesca opera di Christo: «The Floating Piers», una passerella galleggiante lunga 3 chilometri, che unisce i paesi di Sulzano e Monte Isola, nonché la piccola Isola di San Paolo.
Un’alleanza riuscita tra arte e natura. Già l’impatto visivo è straordinario dopo la stesura del telo giallo “dalia”, che ricorda i riflessi dorati del lago, ultima delle innumerevoli operazioni che hanno portato alla costruzione dell’opera. La posatura è iniziata pochi giorni fa ed è stata più volte interrotta a causa della pioggia scrosciante. Ecco, il clima sarà l’unico fattore discriminante, che regolerà l’accesso o no alla passerella per tutto il periodo dell’apertura, ovvero 16 giorni, fino al 3 luglio, 24 ore su 24. Quindi, si potrà passeggiare sulle acque del lago giorno e notte in condizioni atmosferiche di sicurezza e la camminata è gratuita, non c’è biglietto da acquistare o prenotazione da fare. Attenzione però a ciò che si indossa e si porta: signore e ragazze dovranno rinunciare ai tacchi, giustamente vietati, mentre i giovani sportivi non dovranno presentarsi con pattini, bici o skateboard. Nessun divieto invece per famiglie con bimbi in passeggino, cani tenuti al guinzaglio o persone su sedie a rotelle.
I visitatori previsti sono circa 1 milione, la passerella ne accoglie 10 migliaia circa in contemporanea. Viene monitorato il flusso in entrata e uscita e in un’ora, se ci fossero temporali in arrivo, le persone saranno “evacuate”. La notte un sistema di luci illuminerà tutto il tratto della camminata e oltre 60 bagnini controlleranno sempre le sponde. Le principale difficoltà sarà sulle terra ferma, su come raggiungere l’entrata. A Sulzano sarà impossibile arrivare con mezzi propri e in tutto il territorio comunale sarà in vigore una ZTL particolarmente restrittiva che consentirà il transito ad un numero ben definito di mezzi e solo previa autorizzazione. 23 navette all’ora il volume massimo di traffico autorizzato. 5 mila sono i posti auto in paese, altri parcheggi satellite sono stati previsti vicino all’autostrada A4, a Rovato, Capriolo, Cortefranca e a Nord del lago, a Pisogne, porta d’ingresso della Val Camonica. 10 euro al giorno il costo per il posteggio, che comprende lo shuttle gratuito per l’opera. Il sistema di collegamenti con l’opera, messo a punto dalla cabina di regia in mesi di lavoro, prevede anche la possibilità di raggiungere l’opera in bici, posteggiandola al costo di 2 euro a Pilzone o a Sale Marasino per poi raggiungere Sulzano con una navetta gratuita. Le moto invece avranno un parcheggio dedicato a Tassano. Tra Franciacorta e Valle Camonica gli alberghi sono quasi tutti sold-out, anche in aree limitrofe, ed è stato previsto che il turismo porterà in media 3 milioni di euro al giorno.
Così, l’artista bulgaro Vladimirov Yavachev Christo, americano naturalizzato, ce l’ha fatta a realizzare questo ” miracolo italiano”, come lo ha definito Germano Celant direttore del progetto, e in soli 23 mesi. In realtà ci pensava da molto tempo: “Era un sogno che inseguivo da 40 anni. Nel 1970 volevamo far camminare la gente sull’acqua e qui c’è Monte Isola il posto più alto d’Europa sull’acqua, 470 metri. Ci sono 2000 persone che non hanno un ponte per raggiungere l’isola”, ha specificato l’artista in conferenza stampa. Il delta del Rio de la Plata, in Argentina era stato uno dei luoghi scelti per il progetto, ideato con la moglie Jeanne-Claude, scomparsa nel 2009, ma ebbe problemi con le autorità. Vent’anni dopo ci provò nella Baia di Tokyo, ma anche lì incontrò difficoltà. Compiuti 80 anni, nel 2014, pensò: “O la faccio adesso o diventerà troppo complicato per la mia età”. Così, con il nipote e il fotografo Wolfgang Volz che da sempre lo accompagna, iniziarono a visitare i laghi italiani. Il Lago Maggiore, di Como, il Garda e arrivati a quello d’Iseo (il Sebino) si fermarono e parlarono subito con i sindaci. “E poi dicono che l’Italia è il Paese della burocrazia – ha sostenuto Christo – non ho mai avuto tanta collaborazione: in poche settimane ho ottenuto le autorizzazioni che altrove avevo aspettato per anni”.
Christo, che è fra i maggiori rappresentanti della land art, con i suoi noti impacchettamenti in tessuto di monumenti ed elementi urbani, tra cui il Pont Neuf e il Reichstag di Berlino, copre e stravolge ambienti e paesaggi diventati talmente familiari da non sorprendere più. Quindi, creando meravigliosi fantasmi, costringe a spezzare certi automatismi e attraverso la negazione, rigenera l’impatto estetico. Questo è il suo primo intervento sull’acqua, mentre in Italia aveva già realizzato alcuni lavori negli anni 70, ricordiamo l’imballaggio del monumento a Vittorio Emanuele in Piazza Duomo a Milano o quello di Porta Pinciana a Roma e ora solo lui che si chiama Christo poteva portare le persone in massa ad osservare le sponde del lago d’Iseo, stando in piedi danzando sulle sue acque. Ma se l’opera è stata realizzata è anche grazie all’impegno economico dello stesso Christo, che ha pagato di persona 10 milioni di dollari e ha dato lavoro ad almeno 750 persone, dagli operai che hanno realizzato i galleggianti a quelli che li hanno montati e alla sicurezza. Christo ha poi pensato anche all’aspetto ambientale, infatti i materiali per costruire l’opera, che è fatta di 200mila cubi di polietilene espanso, fissati al fondo da 140 ancore di 5 tonnellate ciascuna, una volta smontati, saranno riutilizzati.
Le opere di Christo modificano il territorio temporaneamente, ne cambiano la percezione, sono inclusive perché il pubblico è parte integrante della creazione che ha inizio dalla progettazione. Ciò che resta sono immagini fotografiche, disegni, bozzetti, modelli tridimensionali. Materiale di lavoro che aiuta a capire la nascita e testimonia la storia di queste visioni monumentali. Ma sono innanzitutto esperienze da vivere, che ognuno può interpretare aggiungendo il suo racconto. Due le mostre da visitare: “Christo e Jeanne-Claude as seen by Wolfgang Volz”, allestita alle Palafitte di Sulzano, l’esposizione fa scoprire fino al 10 luglio, alcune delle opere precedenti dell’artista bulgaro e della moglie attraverso gli scatti di Wolfgang Volz; e la mostra “Christo e Jeanne-Claude – The Water Projects” ospitata al museo di Santa Giulia a Brescia, dove attraverso 150 opere vengono ricostruiti 50 anni di carriera dei due artisti.
(16 giugno 2016)
Commenti Recenti