A Genova: funerali di Stato indecenti, osceni, degni di un popolo incivile!
di don Giorgio De Capitani
Premetto subito che, se capitasse a un mio parente di morire tragicamente a causa di un terremoto o di un atto terroristico e per un ponte crollato, non accetterei mai, e poi mai, funerali di Stato.
Motivo? È semplice: ogni morte, indipendentemente dalle sue cause, merita rispetto, una certa privacy.
I funerali, da me celebrati nel mio lungo ministero sacerdotale, che mi hanno particolarmente commosso, sono stati quelli di persone semplici che non richiedevano, perciò, esteriorità o altro. Notavo in chiesa un silenzio toccante, che da solo bastava già a creare quel clima di mistero che la morte, volere o no, emana senza aggiungere altro.
Riti semplici, parole semplici, canti semplici, letture semplici.
I funerali di Stato per la loro stessa natura comportano una parata di cerimonie e di presenze altolocate statali e religiose, che tolgono alla celebrazione quel rispetto per il dolore dei parenti, soffocati da un contesto ipocrita e del tutto formalistico.
Che cosa conta durante i funerali di Stato? Conta l’apparato, nient’altro. E che cosa senti dire dal vescovo di turno o dal presidente del governo e del paese? Solite parole formali, dettate dall’apparato cerimoniale.
Ma ciò che è capitato durante i funerali di Stato per alcune vittime per il ponte crollato a Genova (tranne quelle i cui parenti hanno deciso una cerimonia privata, per fortuna!) sono stati veramente allucinanti, grotteschi, osceni, per non dire di peggio.
Tutti hanno potuto vedere una parata di ipocriti, la cui unica preoccupazione era quella di speculare sui morti, come del resto loro sanno fare in tutte le tragedie.
Una cerimonia di parata a dir poco vergognosa!
E così il dolore ha lasciato il posto al consenso politico, già del resto ottenuto mediante menzogne sapendo di avere a che fare con un popolo bue.
Tutto combinato! Combinati gli applausi per il governo attuale e i fischi per i nemici del governo!
Potranno anche cadere altri dieci o cento ponti con centinaia e migliaia di morti, ma questo popolo bue, anche nel dolore, non apre gli occhi: merce di una gentaglia di politicanti disposti a svendere il nostro Paese a qualsiasi prezzo!
La cosa più tragica è svendere anche il dolore per una manciata di voti.
E i parenti delle vittime piangono, loro stessi vittime di sciacalli imperdonabili!
E intanto vanno dagli avvocati per il risarcimento economico dei danni…
Soldi, soldi, soldi…
Ma che cazzo di Paese è mai il nostro?
NotaBene
Il mio sfogo non termina qui. C’è un NotaBene. Dunque, attenzione! Ai genovesi, agli italiani in genere, al governo non interessano tanto i morti (la parata esequiale è finita!), ma sono ora preoccupati dei disagi viabilistici ed economici che comporterà il crollo del ponte. Tutto qui. Ci saranno i soliti giochetti e compromessi, en questo governo è abile nel giocare al ribasso, anche se ha dalla sua l’arte di far credere al popolo bue che un pezzo di merda è oro colato.
Spero che non si siano portati delle claque, sarebbe veramente il colmo.
Certo che sì! Chiedere informazioni ai giornalisti che sono stati sommersi dagli sms di Rocco Casalino, ex concorrente scontroso e pettegolo del primo “Grande Fratello” italiano e attuale portavoce del M5S e del presidente Conte. È stato lui a radunare i fedelissimi per poter raccontare che i presenti stavano osannando il governo rivolgendo insulti e critiche all’odiato PD.
Hai centrato in pieno il bersaglio!
Già i funerali di stato sono una sceneggiata ipocrita, che giustamente alcuni hanno rifiutato, ma poi addirittura appladire questi manigoldi, non solo non ha alcun senso, ma chi l’ha fatto dovrebbe solo vergognarsi. Capirei apprezzare la vicinanza di Mattarella, che è un uomo tutto d’un pezzo e ha vissuto un dolorosissimo lutto personale, ma quei due che hanno fatto per meritarsi tanto entusiasmo? Non mi risulta che abbiano aiutato i vigili del fuoco, la protezione civile e i volontari a scavare senza sosta per giorni tra le macerie, né che si siano affrettati a mettere a disposizione concretamente un mucchio di soldi per i soccorsi e la ricostruzione, oppure, una volta saliti al governo, far effettuare gli accertamenti indispensabili per la messa in sicurezza del ponte. Niente di tutto ciò, le uniche voci che da loro si sono levate tendevano esclusivamente a cercare un capro espiatorio su cui poter scaricare la responsabilità del disastro, guarda caso immediatamente individuato, con una sicurezza allarmante, nella società Autostrade…
D’accordo.