Quanta stucchevole e idiota retorica! Non se ne può più!

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di don Giorgio De Capitani
Sono talora perverso nei miei pensieri, ma sbaglio difficilmente. Ho l’impressione, quasi certezza, che ai nostri mass media, e non solo della carta stampata, che anche gli eventi tragici siano una manna venuta dal cielo: il momento della riscossa, per i giornalisti mummificati, per gli inviati messi in letargo, per gli opinionisti arrugginiti, per i parolai messi sotto vuoto, per gli amanti delle risse in coma di astinenza.
E voilà, per dirla alla francese, oggi di moda! Ecco un “provvidenziale” atto terroristico, e tutti escono dalle catacombe: una rincorsa a prendere i primi posti, ad occupare le sedi televisive più ambite, a farsi invitare anche alle trasmissioni stile Barbara D’Urso, tanto per intenderci meglio. Una lacrima da coccodrillo, una faccia da funerale per l’occasione, un pistolotto emozionale da lasciare commosso il pubblico pagato per applaudire, una scritta ben in vista sulla maglietta firmata, la bandiera francese, nel nostro caso, da mettere come sottofondo alla propria fotografia su Facebook, una striscia a lutto anche sul sedere. Tutto va bene, purché si possa dire: “C’ero anch’io! Ci sono anch’io!”. E poi?
C’è modo e modo di compartecipare al dolore degli innocenti, ma non accetto quell’ipocrisia di facciata che è tutto fumo, e non sopporto soprattutto quella massa di idioti che si credono tanto acuti da dettare norme e consigli a tutti, e in particolare odio quella supponenza di intellettualoidi che sparano stupidaggini alla rinfusa, copiandosi l’uno l’altro.
Ogniqualvolta succede un evento di una certa entità, la prima cosa che mi esce spontanea è questa: “Adesso siamo fritti per qualche giorno o settimana: saremo sobillati da mass media che, come sciacalli, sfrutteranno l’occasione per bombardarci di notizie trite e ritrite”.
Con questo, non chiedo ai mass media di tacere del tutto, ma chiedo loro quella moderazione per cui alla nuda comunicazione dei fatti non seguano dibattiti odiosi, rissosi, petulanti, dove ci si scanna tirando fuori il peggio, che non fa certo piacere al momento drammatico su cui si è chiamati a dibattere.
Succede che, come sta succedendo (anche per altri motivi) nel caso degli ultimi attentati, di non soffrire più qualsiasi notizia sulla Francia: da odiare la stessa Francia!
Magari anch’io nel passato mi sono fatto prendere da qualche istinto emozionale, ma ora mi viene la nausea al solo pensiero di omologarmi all’opinione di una massa, che si fa trascinare, senza riflettere, dal solito solidarismo di facciata, facendo poi, privatamente, i cavoli propri, come al solito.
Passeranno anche questi giorni, e più nessuno ne parlerà. Parleremo di altro, anche perché bisogna usare la lingua, per non farla seccare, non importa se il  cervello da anni e anni è rimasto in una scatola chiusa.
  

4 Commenti

  1. zorro ha detto:

    Penso che avere la possibilita’ di parlare attraverso i media annacqui la tensione sociale una specie di terapia di massa e’ una idea pero’ qualche effetto c’e’ cmq basta chiedere a qualche psicologo di massa x avere lumi.Suvvia poi tutti non sono intellettuali e’ vario il livello culturale in italia.Quello che manca penso sia l’insegnamento di un metodo di analisi dei fatti.E poi noi non abbiamo tutte le informazioni x farci una idea completa i vari intrecci di sottobanco tra politici e stati e potentati economici non li conosciamo.Conosciamo pero’ il risultato e la miseria di 2/3 della popolazione mondiale

  2. Giuseppe ha detto:

    Impossibile non essere d’accordo! Da venerdì vediamo sfilare sul piccolo schermo boriose facce di bronzo a mala pena ripulite per la circostanza o saccenti opinionisti d’occasione ed esperti del nulla, che vengono rispolverati puntualmente come sciacalli in occasione di delitti e sciagure. Pontificano con arroganza sciorinando il loro abituale repertorio di banalità ed insulsaggini, con l’aria di chi la sa lunga, lasciando intendere di poter rivelare solo una parte della “verità”, o di quello di cui sono a conoscenza. Tutto ciò, ovviamente, atteggiando l’espressione del viso a compunto rammarico, magari ostentando una commozione di circostanza condita da qualche lacrimuccia, mentre dentro di sé si rallegrano per la ghiotta opportunità offerta loro dai terroristi. Per non parlare dei giornali sulle cui pagine campeggiano titoloni ad effetto, creati ad arte per attirare i lettori più suggestionabili. Non mi fido di buona parte dei giornalisti, indipendente dalla testata o dall’emittente per cui lavorano, perché ho la fastidiosa sensazione che siano spesso alla ricerca del sensazionale e tendano più o meno consapevolmente a costruire le loro carriere speculando sulle disgrazie degli altri, con buona pace della correttezza professionale e del rispetto per la dignità altrui.

  3. GIUSEPPE ha detto:

    CARO DON GIORGIO, BEN DETTO! CONDIVIDO PIENAMENTE LE SUE CONSIDERAZIONI. CORDIALITà

  4. GIANNI ha detto:

    e’ proprio vero, discussioni su discussioni..
    per certi versi inutili, perchè tanto, come ho cercato di spiegare in altro commento, ogni soluzione è comunque monca.
    E’ come una coperta troppo corta, che lascia scoperta una parte del problema.
    In altri termini, la realtà non ci offre sempre una soluzione per ogni problema, ma mezze soluzioni.
    Insomma, sarà banale dirlo, ma non sempre salvi capra e cavoli.
    Dalla opzione più guerrafondaia, al pacifismo ad ogni costo, sempre qualcosa sta fuori.
    O la tutela di certe popolazioni, o la sicurezza dei propri territori e dei propri cittadini, inutile negarlo.
    Pertanto, possono anche discutere fino alla fine dei secoli, tanto……
    Ovviamente i mass media devono informare, altrimenti chi ci darebbe le news?
    Ma poi il resto rischia di essere stucchevole e ridondante, per certi versi una mancanza di rispetto.
    Io almeno la penso così, poi magari sbaglierò, e ci sarà chi riuscirà a trovare una soluzione per tutto, ma francamente ne dubito fortemente.

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