Ed ecco che cosa Angelo Scola si è inventato per illudere papa Bergoglio…

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Ed ecco che cosa Angelo Scola si è inventato

per illudere papa Bergoglio…

In pochi giorni dall’annuncio ufficiale della visita di papa Bergoglio a Milano, che sarà il 25 di marzo 2017, Angelo Scola e i suoi degni scagnozzi curiali hanno imbastito un programma tanto concentrato in poche ore da richiedere prima un tonificante perché il Papa non caschi sfinito.
D’altronde, se il Papa, per le sue buone o non buone ragioni, ha stabilito una visita di una giornata, che colpa ne hanno il cardinale e i suoi degni scagnozzi curiali? Non potevano che  concentrare in poche ore cose e cose, che sarebbero dovuto sciogliersi in più giorni. E poi, come si poteva pensare o pretendere dalla Curia (cü… cü… cü -ria, come dicevano i parroci di una volta, con riferimento specifico al sedere) di pensare ad un programma meno oneroso o, meglio, ad un solo incontro tale da lasciare al Papa tutta la possibilità di annunciare un messaggio veramente evangelico?
Già!, e come si poteva chiedere a un Papa tutto fumo di concentrare il suo messaggio in un gesto tanto significativo da richiedere qualcosa di veramente sostanzioso?
Come al solito, ci sarà un po’ di clamore (non più di tanto, visto che noi lombardi non siamo di sangue caldo), che basterà magari (dico magari, ma per gli allocchi) a sollevare un po’ di polvere (non più di tanto) su una diocesi (quella milanese) oramai ridotta ad uno scheletro rigidamente organizzativo (o strutturale).
Angelo Scola non poteva non sfruttare l’occasione (anche se in parte gli brucerà, per altre ragioni), per uscire di scena in modo meno frustrante, facendo luccicare una diocesi arrugginita.
Certo, da parte mia ho provato ancora tanta rabbia nel constatare come si possa sfruttare in modo vergognoso carcerati, malati, disagiati, immigrati, gli stessi ragazzi della Cresima, e tutto per far colpo!
Quanto è comico leggere che il Papa dialogherà con la gente, con i preti e i ragazzi: tutto programmato, nelle domande e nelle risposte! Che pena! Che noia!
C’era da aspettarselo! Come pensare che la visita del Papa fosse così spontanea da non scomodare i soliti punti deboli su cui la Chiesa, ultimamente soprattutto, pone il suo sguardo misericordioso, come se non ci fossero ancora oggi carcerati, vittime di una Chiesa omicida di coscienze e di spiriti liberi?
Con i carcerati, con i rom, con gli immigranti con i poveri, con i disabili, coi ragazzini, la Chiesa sembra giocare le sue carte più efficaci  per coprire e far dimenticare secoli bui di violenze inenarrabili e di sangue innocente: violenze e sangue che continueranno, fino alla fine del mondo, a pesare sull’umanità e a disonorare la religione del dio della perversione più disumana.
O che il Papa se ne stesse a casa sua, ovvero in Vaticano, o che avesse una buona volta il coraggio di svincolarsi della sua tipica ipocrisia di fasullo pontefice, che tiene uno stretto legame tra un dio bastardo e una società altrettanto bastarda, figlia di una bastardaggine che solo una radicale rivoluzione “interiore” potrà sgretolare e distruggere.
Una diocesi ridotta a rottame, un cardinale senza più dignità e un papa illusionista che non riesce proprio a capire che il suo fare da giocoliere arraffa-coglioni porterà la Chiesa a partorire altri mostri, oltre a quelli che via via stanno riemergendo dai fondali infernali.
Una diocesi alla deriva, un cardinale sull’orlo di una crisi di nervi e un papa che porta dietro, ovunque va, l’ombra di una vuoto a perdere.
Il mondo politico sembra nelle mani di Mostri (non c’è solo Trump) o di mostriciattoli, come Grillo e Salvini (beh, Berlusconi oramai è solo una larva o un coso abbruttito di bava),  che hanno il loro momento di gloria: il Pensiero è scomparso, la Coscienza è scomparsa, l’Essere è scomparso, è rimasto solo un corpo ridotto a pancia e a culo, e da qui i presenti imbonitori sanno ricavare il peggio del peggio della feccia umana.
E si continua a giustificare tutto questo immondo mondo in nome della democrazia: le scelte del popolo vanno rispettate! Ma di quale popolo?
E si continua a giocare al ribasso da parte della Chiesa cattolica che si giustifica: “Meglio allearsi anche coi tiranni e i barbari, così potremo tenerli a bada”.
Non è più il tempo dei compromessi o di alleanze accomodanti! È il momento della riscossa, della scommessa sui valori alti (che non sono necessariamente religiosi!), del coraggio di reagire al peggio del peggio, tirando fuori le energie del meglio del meglio.
La Milano cristiana solo apparentemente funziona per il meglio. Apparentemente, perché la sua struttura organizzativa è tale da affascinare, tranne gli spiriti amanti dell’essere umano. Abbiamo avuto cardinali di un certo spessore culturale e pastorale, e si pensa che la loro eredità riesca ancora a tenere a galla i milanesi, ma è bastato un cardinale ciellino perché si tornasse nel più spaventoso riflusso.
Ed ecco che arriva il Papa a consacrare una Milano cristianamente decadente, sull’orlo di una involuzione paurosamente senza via d’uscita.
Possiamo almeno sperare che il buon Dio, nei suoi imperscrutabili disegni, compia il miracolo di una risurrezione?
Ci spero, ma non ci credo del tutto. Forse sono io il problema: sono troppo realista e pretendo troppo da poveri esseri umani, e d’altronde anche il dio invocato dalla religione è troppo lontano per essere vero. E il Dio in cui credo dov’è?  
 
Per vedere il programma completo della visita del Papa a Milano clicca qui 
19 novembre 2016
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