Pedofilia, madre ragazzo critica Delpini
da Rete L’Abuso
20 settembre 2018
Lombardia
Pedofilia,
madre ragazzo critica Delpini
“È stato maldestro, il Papa è a conoscenza della situazione”
(ANSA) – MILANO, 20 SET –
L’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, che nel 2011 al momento della presunta violenza sessuale su un 15enne da parte di don Mauro Galli, condannato oggi, era vicario episcopale della zona pastorale numero 6 del Milanese, “è stato maldestro nella gestione di questa cosa, perché dopo aver saputo dell’abuso lo ha spostato alla pastorale di Legnano” a contatto tra l’altro con altri giovani. Così ha detto ai cronisti la madre del ragazzo dopo la condanna del religioso.
Delpini incontrò nel 2012 la famiglia del ragazzo, che subito aveva dimostrato disagio e che ha raccontato della violenza solo nel 2014 a uno psichiatra. La madre ha anche aggiunto che “il Papa è perfettamente a conoscenza della situazione” ma che Delpini è stato “comunque nominato membro del sinodo dei giovani”.
“Con Delpini – ha spiegato la madre del ragazzo – abbiamo avuto un unico incontro nel 2012. E’ stato maldestro nella gestione di questa cosa, dopo avere saputo dell’ abuso ha spostato don Galli a Legnano e quando ne siamo venuti a conoscenza abbiamo chiesto di parlare col cardinale”. Nel processo era stato acquisito un verbale di sommarie informazioni testimoniali rese, nell’ottobre 2014, da Delpini, il quale aveva spiegato che, dopo avere appreso da un altro sacerdote che il ragazzo “aveva segnalato abusi sessuali compiuti da Don Mauro”, decise di trasferirlo “ad altro incarico, disponendo il suo trasferimento nella parrocchia di Legnano”. La madre del giovane, sempre parlando coi cronisti, ha sostenuto che “il Papa è a conoscenza della situazione, il nunzio apostolico è perfettamente a conoscenza di tutto ciò e ci ha mandato una lettera, e poi Delpini è stato nominato tra i membri del sinodo dei giovani”. La donna ha detto inoltre che questa vicenda è stata “un percorso doloroso da tanti punti di vista, prima di tutto familiare”, anche perché la difesa “ha provato a minare la credibilità di mio figlio”. E il ragazzo “ha avuto conseguenze drammatiche, quattro volte ha tentato il suicidio”. E ancora la donna: “Io penso che il percorso di ogni persona che subisce un abuso è un passaggio dall’essere vittima a diventare sopravvissuto. Raccontarlo agli altri, che non trovano il coraggio di denunciare, è un’esperienza faticosa ma una dimensione di giustizia”. I giudici non hanno concesso alcuna attenuante all’ex parroco condannato e depositeranno le motivazioni tra 60 giorni.
http://www.ansa.it/lombardia/notizie/2018/09/20/pedofilia-madre-ragazzo-critica-delpini_bd5dca00-9e9f-4f31-b5f8-6666cbd819f5.html
io non sono esperto di Diritto Canonica ma la condotta di Delpini va esaminata con la lente d’ingrandimento. Lui all’epoca dei fatti era già vescovo e la revisione della Sacramentorum Sanctitatis Tutela era stata promulgata nel Maggio del 2010. Questa prevede la rimozione dall’ufficio di vescovo “per cause gravi” tra cui la negligenza: «tra le dette “cause gravi” è compresa la negligenza dei vescovi nell’esercizio del loro ufficio, in particolare relativamente ai casi di abusi sessuali compiuti su minori ed adulti vulnerabili». Va appurato l’operato di Delpini perchè se davvero c’è stata negligenza allora è giusto che si intervenga. Chiaramente la chiesa modfica/lima/rielabora a modo suo. A me sembra chiarissima la volontà di insabbiare il caso; c’era riuscito per 5 anni….poi questi poverini esasperati dal malessere del figlio e dalle balle della curia (non so quali han prevalso) han finito per passare alla giustizia ordinaria. Mario ascolta un pirla: “dimettiti finché sei in tempo che il vento sta cambiando”. Ad Imberido c’è un piano anche per te.