Monsignor Massimo Palombella a processo

Che succede? Chi è lo squilibrato? Il Papa che l’aveva licenziato o Delpini che se l’è subito assunto come direttore del Coro del Duomo di Milano?
Tante cose non capisco, e non le capirò mai. La Chiesa istituzionale ha i suoi eterni enigmi, che fanno parte della struttura, che ha nel suo dna un marchio di marciume con diramazioni ovunque.
Forse ai suoi tempi di “corvi” se ne parlava poco in Vaticano, ma certamente qualcosa dovette pur fiutare Paolo VI, uno dei più grandi pontefici del novecento, quando il 29 giugno del 1972 – solennità dei Ss. Pietro e Paolo, durante l’omelia che segnava l’inizio del suo decimo anno di Pontificato – sorprendentemente affermò di avere avuto la sensazione che “da qualche fessura era entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio”.
Non è questione di credere o di non credere a satana, e se invece che satana lo chiamassimo diavolo, allora tutto sarebbe chiaro dalla etimologia della parola “diavolo”, che significa “colui che divide”.
Il papa fa una cosa, e Delpini fa il contrario. Chi ha ragione?
E se il tanto chiacchierato Palombella venisse condannato, Delpini come reagirà?
Troverà sempre una scusa per salvarsi la faccia.
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da www.ilfattoquotidiano.it

Monsignor Palombella guiderà

il coro del Duomo di Milano:

il papa lo aveva “licenziato”

Il Vaticano aveva aperto un’indagine interna, partendo dalle segnalazioni di comportamenti severi, a tratti violenti, da parte dei genitori dei bambini del coro della Cappella Sistina
di F. Q. | 17 SETTEMBRE 2021
Monsignor Massimo Palombella sarà il nuovo responsabile della Cappella musicale del Duomo di Milano. Non ci sarebbe nulla di strano se il 53enne torinese di formazione salesiana e con studi al Conservatorio non avesse ottenuto l’incarico dopo essere stato “licenziato” da Papa Francesco. È stato infatti coinvolto in un’indagine interna per riciclaggio, truffa e peculato quando era a capo della Cappella musicale Sistina.
Nel 2018 il Vaticano si era allarmato per alcuni scatti che ritraevano il coro del sacerdote – composto da adulti e bambini – insieme a cantanti e attrici in abiti succinti, durante un concerto al Metropolitan Museum di New York. Il caso non si era limitato a suscitare indignazione, ma aveva anche accelerato l’indagine aperta dalla Santa Sede in seguito ad alcune segnalazioni dei genitori dei membri più giovani del gruppo, che accusavano di avere impiegato metodi severi (a tratti violenti). Ulteriori accertamenti avevano poi rivelato altre ombre sul conto del Monsignore: a partire dalle centinaia di migliaia di euro che il salesiano si era premurato di spostare su conti segreti. Una manovra già nota agli inquirenti vaticani, che stavano investigando sulla gestione dei fondi di un altro collaboratore stretto di Ratzinger, il suo segretario particolare, padre Georg.
Oltre ad impegnarsi a scegliere degli assistenti più affidabili, rispetto a quelli del precedete Papa, Francesco aveva innescato il commissariamento della Sistina e l’allontanato di Georg – ufficialmente mandandogli un avviso. La stessa sorte era toccata anche a Palombella, ma il torinese si è ora rifatto con un altro incarico di prestigio: nonostante alcune opposizioni nella curia milanese, l’arciprete Mario Delpini lo ha chiamato a dirigere il coro della Veneranda fabbrica del Duomo.
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da ANSA

Coro Cappella Sistina,

monsignor Palombella a processo

(ANSA) – CITTÀ DEL VATICANO, 22 APR 2023 –
Al via, il 24 maggio, il processo in Vaticano per la passata gestione dei fondi del Coro della Cappella Sistina. Il promotore di Giustizia Alessandro Diddi ha rinviato a giudizio monsignor Massimo Palombella, ex direttore del coro, Michelangelo Nardella, ex direttore finanziario e Simona Rossi, moglie di Nardella. I capi di imputazione sono, secondo quanto si apprende, peculato, riciclaggio e truffa.
La prima udienza del processo si terrà nel Tribunale vaticano il 24 maggio alle ore 17.30. L’indagine era stata autorizzata dal Papa nel 2018 per una vicenda legata a questioni finanziarie, in cui si sospettava un uso disinvolto degli introiti per i concerti, indirizzati in un conto presso una banca italiana. (ANSA).

6 Commenti

  1. simone ha detto:

    Ritengo “poco furbo” l’operato della Diocesi di Milano. Per carità a Palombella, come a tutti, va riconosciuta la presunzione d’innocenza ma i modi e i tempi di questa vicenda lasciano molte perplessità. Avrei convenuto in una collaborazione, in un ruolo di secondo piano se proprio era necessario. Poi, nessuno vuole minimizzare il ruolo del coro e del canto nella nostra liturgia, ma non capisco la fretta di prendere Palombella come se fosse il miglior direttore in terra. Che peraltro non ha conoscenza del rito ambrosiano e, a mio avviso, risulta anche poco adatto. Ma alla Borgo-diva (così lo chiamano l’eccentrico arciprete del Duomo) piacciono le luci della ribalta e i nomi ad effetto.
    Ho seguito alcune celebrazioni in Duomo col coro diretto da lui e a parte alcuni cambiamenti nel posizionamento dei coristi, il mio orecchio grezzo non ha percepito grandi novità. Mi annoiavo prima come mi annoio adesso.
    C’è sempre questa eterna contrapposizione tra Roma e Milano che non ha alcun senso.
    Io son sempre stato in parrocchia di rito ambrosiano e mi ritengo, avendo sostenuto alcuni corsi, un buon conoscitore del rito ambrosiano. Da qualche anno seguo anche il romano e non ho dubbi nel dire che la scelta dei brani della liturgia è senza dubbio più sensata. Se potessi cancellerei il rito ambrosiano dalla mia testa (e non solo) e seguirei solo quello romano. Però è solo una mia idea.

    • Don Giorgio ha detto:

      Sul rito ambrosiano posso anche dire tanto bene. È il più antico. Per il resto condivido. Le cerimonie a cui oggi assistito per tv fanno pena, solo tanta pena.

      • simone ha detto:

        Ho sbagliato ad esprimermi. Niente da dire sul rito ambrosiano. Molto da dire sul lezionario del rito ambrosiano rivisto nel 2008 da mons. Manganini (arciprete emerito) e compagnia. Un disastro totale….tra tutte la Messa Vigiliare una perla che si poteva francamente evitare! Parecchie parrocchie, in autonomia e contro le indicazioni del caporito (il vescovo), han già deciso di non celebrarla se non nella vigilia di solennità (e han fatto bene!).

  2. Carlo Maffioli ha detto:

    Se la memoria non mi tradisce, artefice dell’operazione non fu Delpini, ma l’arciprete della cattedrale, Borgonovo, da cui dipende la cappella del Duomo. Da qualche parte dovrebbe esserci anche un’intervista in cui il Borgonovo rivendicava con orgoglio la paternità della nomina di Palombella.

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