Permettetemi uno sfogo personale…
di don Giorgio De Capitani
Forse qualcuno non mi ha ancora capito. Cercherò di aiutarlo… a capire.
Io non me la prendo per delle sciocchezze (se il Milan o l’Inter o la Juve perde oppure vince, ecc.), ma per tutto ciò che riguarda la società e la chiesa, o per quelle istituzioni che dovrebbero funzionare, ma che in realtà non funzionano. Me la prendo così tanto da star male.
Sì, perché prendersela non significa solo parlare o solo discutere, senza sentirsi coinvolti personalmente. Ma non allarghiamo troppo il discorso sul mondo in genere: a che servirebbe? Sarebbe il solito alibi per sfuggire alla realtà locale.
Restiamo nel nostro piccolo, e allora chiediamoci: io come cittadino che cosa faccio per il bene comune del mio paese?
Solitamente i cittadini si lamentano di tutto, “pro domo sua” ovvero in vista del proprio orticello, ma non muovono un dito per il bene della loro comunità. Bla, bla, bla, e chi si é visto si è visto. Tutti in fuga cercando evasioni personali.
Non lo dico solo per difendermi da certe accuse, ma non vedo molti qui nel mio paese che diano anima e corpo per il bene comune quanto il sottoscritto, che rischia sempre di tasca propria, senza nemmeno avere un minimo appoggio o solidarietà.
Forse sono stato l’unico a dire la mia e con forza contro la precedente amministrazione, e poi succede che non solo mi rubano le idee, ma se le appropriano, solo per farsi belli, senza nemmeno tentare di attuarle. Contro il folle progetto del restauro della Villa S. Cuore sono stato l’unico o quasi a dire pubblicamente la mia idea.
Ho sempre lanciato proposte, sempre cadute nel vuoto. Ho sempre evidenziato gli errori, senza ottenere qualche risposta.
Solo nelle campagne elettorali (come è capitato nell’ultima), si vede, si sente e si legge di tutto: c’è sempre qualcuno che tira fuori finalmente la testa dalla merda e spara merda coprendosi vigliaccamente il volto. E poi rimette la testa nella merda fino alla prossima campagna elettorale. E così le amministrazioni, nel bene o nel male, fanno i cavoli che vogliono. E i cittadini fanno i cavoli loro, lasciando un Paese amorfo.
Non ho mai seguito questa tattica, seguendo invece il principio di pensare in grande per spingere ad agire perché si attui nel piccolo il grande Pensiero, per evitare che il paese vada nella mediocrità.
Inevitabilmente è successo e tuttora succede che io sia rifiutato, non considerato, anzi giudicato un folle, uno scriteriato. E allora mi sono ripetutamente chiesto: perché succede questo? Ed ecco il punto.
La risposta è una: perché mi chiamo don Giorgio. Il nome attira odio, rifiuto, crea emarginazione. Non importa se dico qualcosa di buono. L’ha detto don Giorgio, dunque non va bene. E il rifiuto è per il mio modo di fare: perché urto, sono duro, dico parolacce (nei video), ecc. E si sta alla larga, e può succedere che se qualcuno stesse per annegare, non mi darebbe nemmeno la mano per salvarsi, perché mi chiamo don Giorgio.
Succede spesso che mi si chieda aiuto, ma nessuno deve saperlo, perché mi chiamo don Giorgio. Sanno che ho qualche risorsa in più della massa, e allora mi si aggrappano nelle emergenze, ma tutto nel nascondimento e nel silenzio: il mio nome creerebbe qualche problema.
Propongono un libro, e subito chiedono: “Chi l’ha scritto?”. ”Don Giorgio!”. E allora non lo comprano e tanto meno lo leggono.
La potenza del mio nome che attira qualche mosca, e fa scappare i coglioni!
Propongono incontri zonali con la mia partecipazione, e allora subito c’è una gara nel far sì che io rifiuti l’invito.
Ho chiesto tempo fa il salone parrocchiale, e me lo hanno rifiutato, con la giustificazione: “Non te lo meriti, perché parli male della Chiesa!”.
È venuto da me l’anno scorso l’arcivescovo di Milano, un certo Mario Delpini, in occasione della mia condanna per la querela di Salvini, e poi è scomparso nella nebbia, lasciandomi ancora in prigione. Con vergognose restrizioni che l’emerito arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, aveva definito “incomprensibili”.
Probabilmente il mio nome è duro da scrollarselo di dosso, e questi Superiori temono ancora che io faccia danni alla Chiesa. Ma non si chiedono mai chi in realtà oggi faccia ancora danni alla Chiesa: io o loro?
C’è gente, sì, che mi usa per scopi personali o per altro, e poi mi mollano come un sapone che è servito ma per pulire il loro culo.
La potenza negativa del nome!
Ma io me ne vanto di portare il mio nome, o di usarlo in qualsiasi cosa che faccia, anche se, come hanno fatto altri, talora sono tentato di usare uno pseudonimo. “Ciò che conta sono le idee!”, così si pensa. È vero, ma io sono talmente orgoglioso da non tradire la mia identità.
Mi chiamo don Giorgio, e come tale mi identifico. E una cosa se non altro mi si dovrebbe riconoscere: di affrontare a viso aperto amici e nemici, lottando senza maschera, beccandomi querele e condanne, senza mai chiedere patteggiamenti, pur sapendo di avere i giudici a mio sfavore.
La potenza del nome!
Se volete proporre incontri coi giovani sul bene comune, lasciate in sospeso il relatore. Altrimenti, vi diranno subito: “No! Don Giorgio no!”. ”E perché?”. “Perché… perché… don Giorgio no!”.
Per me è un onore essere rifiutato, perché è una prova di quanto ancora oggi sia difficile essere e vivere da spirito libero, al di fuori di una mentalità perbenista o succube di una omologazione spaventosamente carnale.
Anche io dico: “Rifiutate il mio nome? Ma chissenefrega!?”.
Sto bene nel mio piccolo rifugio, da dove posso sparare le cartucce che voglio, senza guardare in faccia a nessuno, di destra o di sinistra o di centro che sia, ateo o credente, parente o non parente.
D’altronde sono un tipo solitario. Ho in odio la folla, la massa, la “piccola gente”.
Amo il mio essere fino alla follia, e mando senza se e senza ma a… quel paese un mondo di ipocrisie, di sudditanze, di compromessi, di alleanze viscide, di ogni rapporto di alienazione.
Non sopporto più di farmi prendere per i fondelli, e allora, se avete bisogno di te, vi rispondo: ”Sì, accetto, ma… a modo mio”.
Dai che forse non sei completamente solo, a quanto ho visto e letto… Da Giorgio a Giorgio, anche se io non faccio il Sacerdote ho cose in comune con il tuo carattere e la tua personalità. Un esempio? Io uso FB, ma non per postare idiozie, tra una mia poesia e un post di riflessione ci metto pure i link che riportano ad articoli di UNHCR e Fondazione Telethon. In quei casi non ricevo mai, mai un solo like Lì ti rendi conto di quanto la gente è egoista e piena di MERDA (posso dirlo anch’io?). SERIETÀ ZERO, preferiscono chattare di questo e di quello, rinchiusi in chissà quale mondo di bambagia. Tanto, noi siamo nati nella parte ‘giusta’ del mondo. No?
Mi unisco anche io a tutte le altre riflessioni e credo che non ci sia nulla da aggiungere se non un infinito GRAZIE DON GIORGIO.
Chi vede al di là della crosta sono rarissimi, sono quegli spiriti liberi che volano alti e niente li può fermare. Certo, la massa, che occupa la crosta, é spaventosamente una massa che ama stare nella propria ignoranza brandendo con ferocia chi li potrebbe tirare fuori dal proprio pantano.
Sono d’accordo che la Nobiltà è solo dell’animo e questo,don Giorgio, lo dimostri sempre.
Grazie per essere diverso da tutti gli altri. Grazie perché, anche solo, vai avanti nonostante tutto. Grazie perché sei l’esempio concreto da imitare.
Grazie DON GIORGIO.
Mi associo al grazie di MaM e un caro saluto a chi sostiene DON GIORGIO,CIAO .
“essere se stessi in un mondo che cerca continuamente d cambiarti è la più grande delle conquiste.” (Ralph Waldo Emerson)
Un abbraccio don Giorgio e grazie per i “pugni nello stomaco” che mi regali!
Ma lo stato di fatto della misera cultura subalterna al sistema come è nata è sviluppata.non è per caso colpa dell educazione scolastica e dall’ insegnamento.Non diamo solo la colpa alle persone che vegetano sono stati modellati sin da piccoli così.d altronde in uno stato meglio avere pochi intelligenti e tanti stupidi si governa meglio già nella P2 si evinceva questo criterio e dopo 30 anni ha vinto grazie anche a Berlusca primo promotore di una te demenziale e L opposizione politica cosa ha fatto niente gli andava bene così
Mi guardò indietro e vedo chi erano i vecchi padri della repubblica e mi vien da piangere oggi abbiamo Renzi allucinante rimpiango gli anni 70 dove c era forse troppo fermento politico ma almeno si viveva
Quando vedo il nome “berlusca”mi viene da vomitare,chiedo scusa per il vocabulo,ma non potevo farne a meno.Ciao a tutti e garzie a DON GIORGIO.
Capisco lo sfogo di chi, come don Giorgio, si sente tradito, rinnegato, abbandonato … l’amarezza di aver amato senza essere ricambiato se non dalla madre, dall’amica intima, dall’amico fedele … Di avere aver abbracciato quella croce che tanti esibiscono al collo, nelle chiese … ma la fanno abbracciare ad altri. Di chi non nega ai crocifissi nel corpo la gioia e la pace dello spirito del Risorto. Di chi prega: “Vieni Signore, vieni sempre Signore …” Grazie don Giorgio, in primis per lo spazio che mi hai concesso sul tuo blog per esternare quello che sentivo dentro di me. Grazie per esistere e chiamarti don Giorgio. Per ammettere i tuoi errori sui vari Renzi, Boschi … Con altri ci sono cascato anch’io. Grazie anche per aver scritto quei bei libretti sull’Ave, o Maria, sul Padre nostro, sul Beato l’uomo nobile, sulla Via Crucis … che ho letto con attenzione. Concludo con Angelo Silesio: “Il saggio è d’animo nobile; se gli viene offerto qualcosa, non l’accoglie se non dalle mani di Dio.”
Non sono un esperto in certe questioni,ma leggo sempre e attentemente i tuoi interventi .Per me sono una boccata d’aria fresca.Un saluto amichevole e tutto il mio sostegno.
Io, se mi è permesso esprimere un parere, sarei orgoglioso di portare il suo nome. Forse perchè, nel mio piccolo, mi trovo nella stessa condizione.
Uniformarmi agli altri per essere accettato?
Spegnere il cervello e accettare silenziosamente ogni porcheria per diventare popolare?
Mi è capitato ma son stato malissimo.
Piuttosto solo, ma mai fingere.
Lo stato, la chiesa hanno la stessa fisionomia in quanto gestite da persone della stessa caratura morale.
Di Santi, nella chiesa se ne vedono pochissimi: tutto protagonismo inutile.
Don Giorgio posso solo ringraziarla per questo luogo, per le sue idee, per il suo coraggio: è esempio vivente a non mollare, a non chinare la testa. Costi quel che costi.
E’ stato per me emozionante, grazie a questo forum, poter esprimere la mia sincera vicinanza alla mamma della vittima di don Galli. Davvero, son rimasto contento. Testimonia la potenza di questi mezzi ed è la conferma che qualche mosca è felice di girare in questo luogo.
Forza don e grazie!