Un Governo in mutande (e anche senza!)

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Un Governo in mutande (e anche senza!)

Quando da chierico studiavo teologia presso il Seminario di Venegono Inferiore (Varese),  sessant’anni fa circa, avevo come professore di Morale don Ambrogio Valsecchi, da tutti stimato, il quale, soprattutto nell’ora del lunedì, divagava, anche dietro le nostre richieste, parlandoci della politica italiana. Un giorno, ci chiese: “Sapete perché la Dc non potrà mai fare a meno di Guido Gonella? Per non perdere anche quel poco di pudore che le è rimasto». Giocava sul cognome “Gonella”.
Oggi possiamo dire che l’attuale Governo non ha nemmeno un cognome tra i suoi ministri, a cui eventualmente aggrapparsi per salvare il pudore democratico e per coprire le proprie oscenità.
Nel linguaggio biblico “vergogne” stanno a indicare il sesso.
La nudità di per sé non è una vergogna, ma vergogna è il vuoto di una politica che sta distruggendo ogni dignità umana.
Ecco che a sostegno di Di Maio e di Salvini, per cavalcare l’asino o il bisonte, si offrono attricette da quattro soldi sempre pronte ad allargare le gambe pur di fare un po’ di carriera.
E quando non  ci sono puttanelle, c’è sempre qualche vecchione bavoso, oramai rinsecchito anche nel sesso, rincitrullito nella mente, che finalmente si gode di una promozione internazionale, vantandosi di non essere titolato culturalmente, ma di poter esibire  le sue professionalità scurrili.
D’altronde, abbiamo un Governo anche di laureati, ma del tutto castrati, e soprattutto di analfabeti che si vantano di avere la cultura delle mutande.
Da questi politici imbecilli, anche farabutti e idioti, “vergogne” coperte da qualche pezzo di tela a forma di perizoma, possiamo aspettarci di tutto: che ci facciano ad esempio rappresentare nel mondo da gente come il fatuo Lino Banfi o anche, perché no, da Celentano in versione sexy quasi porno, o anche, chissà, da qualche angelo caduto dal cielo, punito per aver sedotto un putto indifeso.
Non c’è limite a questo Governo: a breve cambieranno anche i monumenti degli eroi e dei geni, dei santi e delle grandi donne, sostituendoli con personaggi tutti uguali in ogni paese: un manichino seduto su un mucchio di sterco, con la testa in una mano, e nell’altra una scritta: “mangio, piscio, defeco, ergo sum”.
Di più, a breve imporranno di bruciare tutti i libri dell’antica sapienza e metteranno come professori dei barzellettieri che insegneranno agli scolari l’arte di odiare quelli di colore e di ridere alla notizia di un gommone di disperati affondati.
E imporranno al prete di cantare il Te Deum e di distribuire la comunione dicendo: «Maledetto Allah!”, e al fedele di rispondere: “Che crepi! Amen!”.
Ma Cristo presto tornerà sulla terra, prenderà una frustra per colpire a sangue i figli degeneri che hanno fatto della Chiesa e dello Stato un troiame.
26 gennaio 2019
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

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