L’EDITORIALE
di don Giorgio
Voterò SÌ, con tutta l’anima
Non mi interessa che il tal politico o cantante o artista o scienziato o filosofo o costituzionalista abbia dichiarato che voterà Si. Io voterò Sì a prescindere…
Non mi interessa che il più lurido bastardo abbia dichiarato che voterà No. Io voterò Si a prescindere…
Non mi interessa il numero di chi voterà Si o di chi voterà No. Io voterò Sì a prescindere…
Certo, “a prescindere” non significa che voterò Sì tanto per votare Sì, senza avere una benché minima opinione personale, nel campo politico. Eccome che ce l’ho!
Solitamente scelgo in coscienza, e, quando c’è di mezzo la coscienza, non c’è ma e non c’è se che tenga, non c’è minaccia che mi incuta paura e non c’è premio che mi alletti.
Voto in coscienza, secondo la “mia” coscienza”! Non m’importano un cazzo né la fede né la religione né dio né la morale e neppure la legge dello Stato.
Poi, succeda quello che deve succedere, e ne prenderò atto, nel bene (senza trionfalismi) e anche nel male (soffrendo nell’anima!).
Certo, il mio voto di coscienza non lo isolo nella privacy. Mi rendo conto, eccome!, che di mezzo c’è il bene comune, e perciò ad ogni consultazione elettorale mi appassiono, eccome!, al fatto che altri la pensino come me, e che votino per la stessa passione per il bene comune.
La mia coscienza la sento parte della coscienza universale, e soffro quando mi sento solo. Lo so: nessuno mi garantisce che io abbia ragione votando per un partito o per un altro. Del resto, è capitato di essermi pentito o vergognato di aver votato nel passato più per rabbia o per contestazione, dando il voto a partiti che poi si sono rivelati fallimentari. Ma anche in quei pochi casi, ho interpellato la mia coscienza, magari un po’ confusa, ma sempre coscienza.
Ci sono momenti o periodi della vita in cui non è chiara la percezione del bene comune, anche a causa di una reale e generale confusione politica, e perciò votare in coscienza può significare scegliere il minor male o, anche paradossalmente, provocare il meglio in fieri scegliendo perfino di votare partiti contrari alla mie convinzioni politiche. Comunque, l’ho fatto solo in casi eccezionali (forse uno solo), e soltanto per le elezioni amministrative.
Ma con il prossimo Referendum costituzionale del 4 dicembre le cose cambiano: non si può più tergiversare giustificandosi: “non so cosa votare”, “il quesito è complesso e difficile da capire”, o giocare a mosca cieca o scherzare con il nulla. Se nel passato ho votato talora anch’io sull’incerto, il 4 dicembre prossimo la mia coscienza mi spinge a uscire da ogni titubanza e a votare Sì ad una riforma che farà fare al nostro Paese, ne sono più che sicuro, un grande passo in avanti nel campo della democrazia, ovvero del bene comune.
C’è troppa cattiveria o perversione che circola nell’aria che ogni giorno respiriamo, anche in certi ambienti cattolici, già naufragati per proprio conto per colpa di una religione idolatra e oscena.
E la Chiesa la smetta di giudicare il mondo politico, quando le fa comodo, dimenticando le porcate di un passato recente, senza andare più lontano nel tempo, perché altrimenti bisognerebbe far tacere anche gli organi e le campane, a meno che non suonino a morto.
Voterò Sì, in piena coscienza, con il cuore libero da pregiudizi, e con quella passione che mi estranea da giochi, giochini e giochetti di un mondo di balordi e di ottusi, che si credono “illuminati” da chissà quale spirito santo.
Voterò Sì, con una tale determinazione che penso di non avere mai avuto nelle precedenti consultazioni elettorali. Il 4 dicembre c’è in gioco il futuro dell’Italia, e non mi lascerò infinocchiare dall’oscena accozzaglia composta di ciechi e ottusi costituzionalisti della carta stampata, di fondamentalisti cattolici col dente avvelenato per le riforme civili di questo Governo, di cattolici progressisti di base, succubi di un papa accalappia-coglioni, o dei preti amanti del protagonismo più becero, sempre pronti a sparare cazzate appena sentono odore renziano: voterò urlando il mio Si.
Se vincerà il Sì, la massa di incoscienti continuerà come prima a vivere da incoscienti. Se vincerà il No, crederanno di essere loro i veri vincitori, ma tutti saremo vittime di questa massa di incoscienti.
Il sole sorgerà come sempre, ma avrà bisogno della coscienza degli onesti per ridare speranza a un Paese ridotto a macerie. Sì, il sole sorgerà come sempre, ma sarà un altro giorno o, forse, un giorno “altro”, diverso dal giorno che tutti avremmo desiderato. Sì, tutti, anche gli incoscienti del No dovranno pentirsi di non aver usato un po’ di cervello. Ma ci sarà sempre quello zoccolo duro che si riparerà dai raggi del sole.
26 novembre 2016
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