Il Vescovo ciellino di Pavia agli studenti: “Se sei omosessuale cerca di darti un altro orientamento”

da La Stampa

Il Vescovo ciellino di Pavia agli studenti:

“Se sei omosessuale

cerca di darti un altro orientamento”

«La tendenza omosessuale non è peccato, ma qualcosa di disordinato rispetto all’ordine della natura. Ci sono anche degli omosessuali cristiani che con fatica accettano questa condizione. Senza assecondare questo orientamento, di non dargli una stabilità sessuale». Queste le parole del vescovo di Pavia, Corrado Sanguineti, di Comunione e Liberazione, nominato nel marzo del 2015, a un centinaio di adolescenti all’istituto pubblico L. Cremona.
L’audio della conferenza, che si è tenuta lo scorso 7 marzo, è stato poi inviato all’Arcigay di Pavia che lo ha pubblicato sulla sua pagina Facebook.
«Ho un amico che dice di essere omosessuale e ha cominciato a vivere con un uomo. Gli ho sempre detto che è una scelta sua, non la condivido, non credo sarai felice. Non violentiamo la realtà».
«Non soltanto il vescovo è entrato dentro una scuola pubblica per scagliare odio contro una minoranza – commenta Barbara Bessani, presidente dell’Arcigay -, ma l’ha fatto senza alcun contraddittorio, senza che ci fosse qualcuno che potesse proporre un altro messaggio, un messaggio di inclusione, di autodeterminazione, di amore».
di Nadia Ferrigo
Video Arcigay Pavia “Coming-Aut”

1 Commento

  1. Giuseppe ha detto:

    Sua eccellenza il vescovo non è che uno dei tanti a pensarla così, solo che vestendo quell’abito e ricoprendo quel ruolo avrebbe dovuto essere più caritatevole e accogliente verso il suo prossimo. Specialmente in un contesto scolastico dove svolgeva anche la funzione di educatore.
    Non prendiamoci in giro e guardiamo in faccia la realtà: si illude chi pensa che l’omosessualità, anche grazie al cinema e le altre forme d’arte espressiva, sia stata sdoganata, perché l’omofobia è ancora presente in modo massiccio nella società. Non è sufficiente, infatti, che alcuni ordinamenti legislativi nella loro forma più evoluta riconoscano le unioni civili tra persone dello stesso sesso, dato che è più frequente di quanto si creda trovare qualcuno che usa ogni mezzo, ricorrendo spesso all’insulto e alla derisione, per far sentire “strano e diverso” chi non è eterosessuale. È vero che, per certi versi, è stato rimosso quel velo d’ipocrisia che copriva con una sospetta forma di omertà, fatta passare per lo più per decenza e decoro, certi argomenti ritenuti socialmente vergognosi o “deviati” per via del cosiddetto “comune senso del pudore” che, a mio avviso, è quanto di più insensato ci possa essere, mentre nel segreto delle alcove si consumano atti “inappropiati”. Eppure ancora oggi c’è chi fa fatica a rendersi conto (o rifiuta di farlo) che la sfera della sessualità è estremamente variegata, e l’attrazione verso gli altri non risponde a dei canoni comuni ed omologati. Non sono un ingenuo es o bene che esistono anche il vizio e la depravazione, come del resto in ogni altro ambito della nostra sfera individuale ma, che ci piaccia o no, è un rischio a cui tutti siamo esposti e non riguarda solo gli omosessuali. Se amiamo davvero il prossimo e crediamo fermamente nella fratellanza e nell’uguaglianza, non possiamo lasciarci condizionare dalle nostre differenze, sia che si tratti del colore della pelle, della fede e delle tradizioni culturali e delle abitudini e preferenze sessuali.

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