Omelie 2022 di don Giorgio: DOMENICA CHE PRECEDE IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE

28 agosto 2022: CHE PRECEDE IL MARTIRIO DI S. GIOVANNI IL PRECURSORE
2Mac 6,1-2.18-28; 2Cor 4,17-5,10; Mt 18,1-10
Vorrei soffermarmi sul primo brano, andando oltre l’episodio in sé e il contesto storico in cui è avvenuto. Certo, bisogna almeno ricordare che un certo re diciamo pagano voleva costringere gli ebrei a disobbedire, imponendo loro di mangiare carne proibita dalla legge ebraica. Ogniqualvolta leggo questa pagina, rimango sempre ammirato dalle parole con cui l’anziano ebreo, di nome Eleàzaro, vuole a tutti i costi essere fedele alla legge del suo Signore. Non ci interessa tanto la carne suina, ma il fatto di violare la legge del proprio Dio. Questo è il vero punto.
Ogni religione ha le sue leggi, buone o meno buone che siano, e quando i credenti l’osservano fino a mettere a rischio la loro esistenza non possiamo non ammirare il loro eroico comportamento. Non è tanto la tal legge in sé che importa, ma quello spirito di fedeltà al proprio Dio che dovrebbe far riflettere tutti, di qualsiasi religione, e gli stessi atei o miscredenti.
Soprattutto oggi, in cui sembra che le testimonianze radicali siano tanto rare da essere appunto eroiche (la parola eroica richiama qualcosa di assolutamente eccezionale), si richiedono esempi forti, testimonianze radicali: ognuno poi avrà le sue credenze, il suo credo, ecc. Oggi sembra che più nessuno abbia una propria credenza religiosa o, se ce l’ha, è così labile ed esteriore che basta poco per passare da una parte e dall’altra, come nel campo politico dove è di moda cambiare casacca come cambiare le mutande.
È chiaro che anche io lotto perché la gente si converta al mondo interiore, ovvero rientri in quel sé, dove lo spirito si unisce al Divino, ma il mondo interiore, diciamolo con chiarezza, non è il privilegio di qualche eletto, ma di ogni essere umano.
Tuttavia non è che non ammiri chi, magari lontano da una mia visuale della vita, si comporta sacrificando la propria esistenza per gli ideali in cui crede.
Ecco, l’esempio o la testimonianza ha un suo valore, indipendentemente dalla causa in cui uno crede. Il problema è che oggi c’è una tale incoerenza, per cui chi pensa di essere nella vera religione continuamente tradisce i valori della propria religione.
Posso ammirare l’esempio o la testimonianza di un ateo, senza per questo essere ateo. Ogni buon esempio mi spinge a riflettere sul mio quotidiano comportamento.
Chiariamo. Non è che io dovrei convertirmi a un’altra religione, perché in quella religione noto nobili esempi o testimonianze eroiche, casomai dovrei fare un serio esame di coscienza sul mio comportamento, sulla mia coerenza, sulla mia radicale fedeltà al Dio in cui credo.
Basterebbe già pensare a Gesù Cristo: che cosa in realtà ci colpisce di Cristo? Non è forse la sua testimonianza al Padre fino a dare la vita per tutti noi? Avesse predicato bene ma razzolato male, non so quanti di noi continuerebbero ad essere seguaci di Cristo.
L’esempio e la testimonianza hanno un valore in sé, al di là della credenza di ciascuno di noi.
Ascoltiamo ora ciò che ha detto Eleàzaro, giustificando il fatto di non voler cedere alle pressioni dell’incaricato del re di mangiare carne suina, e tanto meno di fuggire dalla morte fingendo di mangiare carne proibita.
«Non è affatto degno della nostra età fingere, con il pericolo che molti giovani, pensando che a novant’anni Eleàzaro sia passato alle usanze straniere, a loro volta, per colpa della mia finzione, per appena un po’ più di vita si perdano per causa mia e io procuri così disonore e macchia alla mia vecchiaia… Perciò, abbandonando ora da forte questa vita, mi mostrerò degno della mia età e lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e nobilmente per le sante e venerande leggi».
Eleàzaro pensa anzitutto ai giovani, e dice che la cosa peggiore è ingannarli con le proprie finzioni. Credo che qui stia il punto dolente anche della società di oggi: ingannare i giovani da parte di adulti il cui comportamento non è affatto esemplare. E il problema di oggi è che neppure talora si finge: spudoratamente si ingannano i giovani insegnando loro cose perverse.
Eleàzaro pensa ai giovani, mentre compie un gesto eroico di nobiltà, coerentemente alla propria fedeltà alla legge di Dio. Mi chiedo se oggi i giovani abbiano degli esempi davanti a loro: forse in casa, forse a scuola, forse nel mondo politico ed ecclesiastico? Che cosa vedono, sentono tutti i giorni, da parte di chi dovrebbe dar loro il buon esempio?
Le parole ingannano, le promesse deludono, e i giovani alla fine si demoralizzano. Dovrebbero reagire, certo, dovrebbero ribellarsi, proporre almeno qualche alternativa, ma non si mettono in gioco. E se contestano, lo fanno secondo un cliché conformista che lascia il tempo che trova. E cadono nel tranello di adulti, i quali non aspettano altro che incastrare i giovani in movimenti manovrati dagli stessi potenti.
Talvolta mi chiedo se valga la pena di sacrificarsi per giovani che se ne fregano. In fondo, oggi chi lotta e si rischia sono gli anziani, quelli che un tempo credevano nei valori eterni. Quanti anziani ribelli lasciati soli, emarginati, sotto gli occhi di giovani che neppure muovono un dito, se non altro per difendere chi ha il coraggio di proporre nobili ideali, senza entrare nel gioco perverso di una società che livella montagne, riduce tutto a deserto, costringendo la gente a mangiare sabbia sterile.
Eleàzaro dice, prima di morire: “lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e nobilmente per le sante e venerande leggi”.
Mi chiedo quali siano queste “sante e venerande leggi”, per cui i giovani dovrebbero affrontare la morte.
Siamo sempre al solito punto. A parte la moda dell’ambientalismo o del pacifismo, che portano al nulla di fatto, che cosa vediamo? Neppure nelle emergenze questi giovani alzano la testa. A sentirli parlare, magari sono entusiasti, sembrano che tocchino il cielo con un dito, vorrebbero cambiare in un secondo il mondo, e poi?
Forse sarò pessimista, e non vorrei mai esserlo, perché credo nella potenza del mondo interiore, ma mi sembra che sono più i perversi a suscitare interesse e fascino, tanto da attirare anche i giovani, che non invece i giusti e i migliori, che purtroppo hanno un grave difetto: quello di non proporre la radicalità di valori assoluti per paura che la gente si allontani di più. Ma non sanno che la gente si sta allontanando dai grandi valori, proprio perché nessuno ha il coraggio di proporli in tutta la loro radicalità.

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