Un bullo psicopatico e… una psicopatica bulla

da ADISTA

Argentina:

con Milei presidente, un futuro al buio?

Eletta Cucuzza 25/11/2023
Tratto da: Adista Notizie n° 41 del 02/12/2023
41666 BUENOS AIRES-ADISTA. «Se un’azienda inquina un fiume, che problema c’è?»; «la vendita di organi è un mercato come un altro»; «la mia missione è prendere a calci nel culo i keynesiani e i collettivisti di merda»; «lo Stato è un pedofilo in un asilo con bambini incatenati e ricoperti di vaselina»; «tra la mafia e lo Stato, preferisco la mafia. La mafia ha dei codici, mantiene le promesse, non mente, è competitiva»; «il papa è il rappresentante del Maligno sulla Terra», è il «gesuita che promuove il comunismo», un «personaggio impresentabile e nefasto», un «imbecille comunista»; «dovremmo informare l’idiota di Roma che l’invidia, che è il fondamento della giustizia sociale, è un peccato cardinale»…
Questo il raffinatissimo frasario di Javier Milei, il “libertario”, l’“anarco-capitalista”, il “leone” – così si autodefinisce; in realtà un liberista di estrema destra –, eletto presidente dell’Argentina al 19 novembre con il 56% dei voti contro il 44% di Sergio Massa, che invece aveva vinto il primo turno (22 ottobre). È stato un rovesciamento inconsueto nel giro di neanche un mese (v. Adista online del 20/11), incomprensibile, si direbbe. E tuttavia bisogna osservare che la scelta infine ricaduta su Milei è il sintomo della disperazione degli argentini che pagano per un’inflazione giunta a ottobre, su base annua, al 142,7% (aggiungendosi al 72% del 2022) e che per il 55% vivono in povertà e senza alcun tipo di sussidi. E allora hanno dato retta a chi dice “rompiamo il giocattolo”, all’uomo anti-casta. Durissimo con il candidato perdente, il Clarín il 21 novembre spiega: «Il voto per Milei è una punizione per la casta che incarna la decadenza e ruba in nome della democrazia e dei diritti. E si nutre di bugie». Massa, da un anno ministro dell’Economia del governo uscente, «ha promesso di fare – rileva il quotidiano – ciò che non ha fatto in circa un anno di gestione. Voleva pure che gli credessero? Un campione. Ma la punizione è arrivata e con forza».

Confusione e contraddizione

Lasciano allibiti i propositi di Milei – in solido con la sorella Karina, che chiama “capo”, essendo la sua principale stratega e consigliera – espressi durante la campagna elettorale, con un atteggiamento inoppugnabilmente anti-casta e anti-statale, peraltro confermato nel discorso per la vittoria raggiunta: «Oggi inizia la ricostruzione dell’Argentina. Oggi inizia la fine della decadenza argentina. Finisce il modello impoveritore dello Stato onnipresente». Lo Stato è «un fastidio» che bisogna «rimpicciolire», che si potrà eliminare quando il progresso tecnologico lo consentirà.
Milei intende “dollarizzare” l’economia (anche se ora si limita a dire che «la moneta sarà quella che gli individui sceglieranno liberamente»), «chiudere la Banca Centrale» («uno slogan morale», lo definisce, «perché per noi rubare è sbagliato»), privatizzare le imprese di Stato per una drastica riduzione della spesa pubblica, eliminare sussidi e protezioni eccessive per alcuni settori privilegiati dell’economia; eliminare il controllo sui prezzi; aprire le rotte aeree con «consegna delle compagnie aeree ai loro dipendenti» («facciano un’epurazione e competano a cielo aperto»), liberalizzare la vendita delle armi, legalizzare il mercato per la vendita di organi («È un mercato come un altro, perché non posso disporre del mio corpo?»; inoltre, secondo LeGrandContinent.eu del 21/11/23, Milei «non ha escluso la possibilità (futura) di commercializzare i bambini»)…
Il tutto in un quadro, quale quello auspicato dagli economisti “ultra-ortodossi” che lo sostengono, caratterizzato da deregolamentazione, flessibilità del lavoro e apertura commerciale e finanziaria. E che nessuno fiati, perché nel programma di Milei c’è la promessa della repressione dell’eventuale protesta sociale contro le misure di aggiustamento previste dal suo governo in fieri: «Quando c’è un crimine, viene represso».
Una posizione non anarchica ma anarcoide, quella “anarco-capitalista” di Milei, un’esaltazione della libertà selvaggia ed egoistica, fuori da qualsiasi regola che impedisca i soprusi. Forse è in questo quadro che va intesa la sua negazione – come fa la persona che ha scelto come vicepresidente, Victoria Villarruel (v. Adista Notizie n. 39/23) – che la dittatura militare (1976-1983) fu pura repressione. Fu, dunque, secondo Milei, solo un monumento alla libertà della classe imprenditorial-finanziaria e poco importa che conculcò il diritto alla libertà di milioni di persone e comportò la scomparsa e la morte di migliaia di argentini?
Milei è descritto anche come persona instabile, volubile, con un passato infantile doloroso, vittima dei maltrattamenti fisici e psicologici del padre – letteralmente «calci e pugni» (parole di Milei) – e difeso solo dalla nonna e dalla sorella Karina. Viene il sospetto che la sua posizione così anti-casta sia la diretta conseguenza della ribellione alla figura paterna, con la quale però si identifica quando manifesta o difende posizioni di decisa volontà di dominio. Supposizioni che lasciano il tempo che trovano, ma non immotivate. E comunque inquietanti, soprattutto per gli argentini.
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www.gay.it

Argentina,

trionfa l’ultradestra di Milei.

Chi è la vicepresidente Victoria Villarruel,

ultracattolica “anti-gender”

“Ogni insulto che mi arriva – genocida, fascista, razzista, omofoba, negazionista – lo ricevo con un sorriso”.
Federico Boni 20.11.23
L’Argentina si è risvegliata a destra, questa mattina, grazie al trionfo dell’anarco-capitalista Javier Milei, economista di 53 anni che ha fatto sue le elezioni con il 56% dei voti.
Javier, detto “el loco”, è stato a lungo definito il Boris Johnson del Sud America, il Donald Trump di Buenos Aires, non a caso celebrato da tutti i leader della destra internazionale. Non solo l’ex presidente USA, pronto a ricandidarsi per riconquistare la Casa Bianca tra un anno, ma anche Vox in Spagna e Matteo Salvini in Italia. Contrario all’aborto, favorevole al matrimonio egualitario ma come “contratto privato”, no-vax, negazionista del cambiamento climatico, contrario all’eutanasia e nemico dichiarato di Papa Francesco, Milei ha voluto come sua vice Victoria Villarruel, figlia orgogliosa di Eduardo Villarruel, ufficiale dell’esercito argentino che partecipò alla guerra delle Falkland, complice come tanti altri militari dell’epoca del regime di Videla pur non essendo mai finito nel radar della magistratura.
Cattolica tradizionalista della Fraternità sacerdotale San Pio X, Villaruel è tra i firmatari della Carta di Madrid, documento redatto dal partito spagnolo Vox, alleato di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni.
La sua scalata alla politica argentina è stata impressionante. Solo due anni fa Villarruel è stata eletta deputata alla Camera per la Città Autonoma di Buenos Aires, con il 17,04% dei voti e la coalizione di estrema destra La Libertà Avanza di Javier Milei. Pochi mesi dopo è diventata presidente del Partito Democratico della Provincia di Buenos Aires. Ora sarà vicepresidente d’Argentina al fianco dello stesso Milei. 48 anni, non ha figli e non è sposata.
Sul fronte dei diritti Villarruel sostiene le unioni civili ma non il matrimonio omosessuale, che in Argentina è legge dal 2010. In più occasioni ha sottolineato come le unioni civili siano equiparabili alle nozze same-sex, mentendo spudoratamente, rimarcando come il matrimonio sia solo tra uomo e donna. In Argentina, tra le altre cose, non esiste una legge nazionale sulle unioni civili. Nel 2010 il Paese approvò direttamente una legge sul matrimonio egualitario, diventando così il decimo in tutto il mondo dopo Belgio, Canada, Islanda, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Sudafrica, Spagna e Svezia.
Proprio come Vox in Spagna, che si rifiuta di condannare la dittatura franchista e la sua crudele repressione, Villarruel vuole di fatto riscrivere la storia della dittatura civile-militare argentina. È stata più volte accusata di negazione del terrorismo di Stato dalle organizzazioni per i diritti umani, a causa di “opinioni negazioniste”. Nel 2003 ha fondato il «Centro di studi legali sul terrorismo e le sue vittime», portando avanti una battaglia di riscrittura della verità sui crimini compiuti dai militari argentini tra il 1976 e il 1983. A suo dire in quegli anni di sangue e terrore non ci furono omicidi di Stato, sparizioni, torture e arresti, ma “un conflitto armato interno, una guerra di bassa intensità“.
Anti-abortista, Villarruel si oppone all’ideologia gender contro le “famiglie tradizionali”. In Italia, non a caso, ha subito ricevuto i complimenti di Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita e Famiglia.
“Difendo il diritto alla vita perché la vita inizia con il concepimento e come io ho avuto il diritto di nascere, voglio che ogni altro essere umano possa averlo indipendentemente dal fatto che lo desideri o meno. Non è una questione di religione, è pura biologia e coloro che lo negano vivono in un oscurantismo che ci costa vite innocenti”, ha sottolineato Villarruel a EL PAÍS. Solo negli ultimi due anni il sistema sanitario argentino ha registrato più di 130.000 aborti. Cosa accadrà ora, con due antiabortisti alla guida del Paese?
L’agenda conservatrice di Villarruel la lega al fallito bolsonarismo brasiliano, al fallito trumpismo americano e a Vox in Spagna.
“Come dicono i miei cari amici di Vox in Spagna: se ami il tuo Paese e osi dirlo, sei un fascista. Se ti lamenti di come ti soffocano con le tasse, sei un fascista. Se non sei d’accordo con il femminismo estremo e con l’ideologia di genere che fa discriminazione tra uomini e donne privilegiando alcuni rispetto ad altri, sei sessista e ovviamente sei un fascista. Se difendi la tua casa o la tua terra, sei razzista e ovviamente sei un fascista. I progressisti ci hanno imposto la dittatura del politicamente corretto e ci guardano dal loro dubbio piedistallo di superiorità morale mentre ci mettono a tacere”, disse alla chiusura della campagna elettorale nel 2021.
Esattamente come Giorgia Meloni, anche Victoria rifiuta “la dittatura del pensiero unico”, “la dittatura delle minoranze”.
Un ticket presidenziale, quello formato da Milei e Villarruel, che terrorizza la comunità LGBTQIA+ d’Argentina, in assoluto il Paese del Sud America più avanzato sul fronte dei diritti, dove dal 2012 l* cittadin* hanno la possibilità di cambiare legalmente genere senza la necessità di diagnosi mediche o procedure chirurgiche e dove anche le coppie dello stesso sesso possono adottare.

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