L’EDITORIALE
di don Giorgio
Un puttaniere e una meretrice
Quando devo parlare di questa società, colpita al cuore da una politica che dire bastarda è semplicemente eufemistico, e di questa Chiesa in balìa di un tale vuoto d’essere da toccare il limite della inutilità assoluta, non posso limitarmi a qualche arrabbiatura o a qualche recriminazione verbale, e neppure a mandare tutti a quel paese.
Mi sento tremendamente coinvolto in quanto essere umano, in quanto cittadino e in quanto credente: un tutt’uno che mi rende inscindibile nei miei ruoli, anche se la stupidità di mentecatti si divertirà a colpirmi di insulti dicendomi: “Sei prete: come puoi scrivere certe cose?”.
So che la gente comune è talmente frammentata nella mente da non connettere più, quando si tratta di avere una visuale d’insieme della realtà; eppure, oggi, sembra lei a condizionare la storia, promuovendo o scartando ideologie e scelte politiche, le cui ricadute sulla massa sono talmente rovinose e pesanti da tenere un popolo rincoglionito sotto la minaccia di una possibile estinzione.
Una volta il popolo era schiavo di dittature, ma conservava intatto il suo mistero interiore, oggi si sente padrone delle sorti della storia, ma come chi ha a sua disposizione, gratuitamente, una puttana da godere, lasciandosi però sedurre dalle sue arti malefiche.
Il popolo italiano è vittima della più orrenda menzogna seduttrice. Si gode una puttana, ed è goduto dal puttaniere.
Ed è lo stesso popolo che, prima santificava le feste comandate con il sacrificio del Martire più fallito, morto su una croce maledetta – così il Cristo ancora oggi è la Risurrezione delle più inutili speranze nel più inutile dio cadaverico – ed ora si aggrappa a chimere svampite nel vuoto, lasciando al Puttaniere di godersi un successo mai visto, mai così oscenamente imbandito sui banchetti di orge sataniche.
Certo, è un popolo che fa paura, la cui visione incute angoscia e il cui godimento goduto dal Puttaniere crea repulsione e un tale schifo da coprirsi il volto, ed evadere in una apatia senza precedenti.
Ma la vera colpevole è sempre lei, un’altra puttana che si gode masturbandosi al pensiero di un totem a forma di un pistolotto indurito, preoccupata comunque di piacere anche al Puttaniere per paura di perdere quel mondo delle anime, da millenni ai ceppi di una prigionia sotto le vesti pompose di una reggia virtuosa.
Anime eternamente dannate in corpi eternamente goduti dal Principe degli alienati.
Ditelo pure che è tutta una menzogna di un prete che ha perso l’èquilibrio. Se l’equilibrio fosse rimettermi in un ordine di cose cementificanti il corpo, l’anima e lo spirito, allora preferirei correre il rischio di camminare su tre strade diverse: del mio essere umano, del mio essere cittadino e del mio essere credente, alla ricerca di quell’Insieme d’essere che politica e Chiesa stanno frantumando con le loro stesse mani.
29 giugno 2019
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