Sedotti e abbandonati, oppure: eunuchi alla corte di bastardi imbonitori

L’EDITORIALE
di don Giorgio

Sedotti e abbandonati,

oppure: eunuchi alla corte di bastardi imbonitori

Quanta solidarietà “pelosa” in questi giorni natalizi! Quanto buonismo a buon mercato da poterlo quasi affettare come un panettone sulle tavole imbandite di ogni ben di dio! Quanti fiumi di parole di pace, scivolate via fino agli estremi confini del mondo, perdendosi nel nulla! Quante inutili condanne di ingiustizie sociali, raccolte solo da qualche giornale sempre prono a venerare il grande accalappiatore di consensi planetari!
E così ogni Natale. Anche quest’anno.
Come non sentire nausea di questo bailamme di ipocrisie? Eppure, di nuovo a commuoverci, con la pancia piena!
Non per tutti, certamente. C’è sempre qualcuno che soffre anche a Natale, colpito da una malattia o da una tragedia o da una tale solitudine da sentirsi tradito dalla sua stessa religione. Ma quale religione? Una religione che ogni anno ama ripetere come un coro di pappagalli: “Gloria a Dio… pace sulla terra…”? Quale gloria? Quale pace?
Ogni Natale è un sacco di bugie, di falsità, di inganni. Non è, certo, per colpa di un Bimbo che è nato tantissimi anni fa, ma di chi lo tiene in una culla, avvolto in fasce.
Sono i credenti, eterni bamboccioni, i veri colpevoli! Per loro quel Bimbo non è mai cresciuto!
E il mondo esteriore è diventato quel mostro di cui, tutti, volere o no, facciamo parte: un mostro che cresce a dismisura, tra inganni anche di una fede che finge di combatterlo, ma che in realtà lo nutre come un tenero bambino, avvolto in fasce, nella mangiatoia più onorata del mondo.
Ed eccoci all’inizio di un nuovo anno, che di nuovo ha solo un numero in più: che sia ancora il 2016 o che sia il 2017 cosa cambia? Non cambia certamente la paura: che la perversione umana continui il suo trionfo, a dispetto di quella fiumana di auguri che sono ancor più vuoti di quelli natalizi. Almeno a Natale un Bimbo ci era rimasto da adorare, avvolto in fasce, in una mangiatoia. Ora però non ci è rimasta che una culla: solo paglia. Il Bimbo è stato divorato dalla nostra stupidità e dagli inganni di una religione anche “laica”, che ha sostituito il dio cattolico con il dio del fai da te, il dogma religioso con il pensiero unico sotto le apparenze di un opinionismo tanto ingannevole da far credere che ognuno abbia una propria testa.
Ma come si può parlare di religione… laica? Eppure di mezzo c’è sempre un dio, ovvero quella proiezione mistificatoria dei propri istinti più bestiali che, idolatrati, finiscono poi come un boomerang a ricadere su tutti, seppellendoli con le loro stesse mani.
Come poterci salvare? Non c’è che una via: quella “interiore” che si chiama “tornare alle sorgenti dell’essere, lontano da ogni religione, anche di quella laica, poiché il sacro è la costituzione stessa del nostro essere più puro.
Ma sembra di dire cose assurde e talmente inaccettabili da neppure tentare di convincere gli alieni a ritornare in sé. Purtroppo affronteremo un altro anno di follie, costretti a sopravvivere come ebeti fuori di noi, in balìa di imbonitori pronti ad ogni inganno, pur di renderci oggetti frantumati in mille pezzi, castrandoci nella nostra reale identità.
31 dicembre 2016
EDITORIALI DI DON GIORGIO 1
EDITORIALI DI DON GIORGIO 2

1 Commento

  1. Luigi ha detto:

    Per don Giorgio “il sacro è la costituzione stessa del nostro essere più puro,” il solo “per poterci salvare.” Cos’è il sacro? E’ il “roveto ardente” dei legislatori? E’ la “luce nella notte buia” dei mistici? E’ il “sussurro di una brezza leggera” dei profeti? E’ … ? Ognuno può avere esperienza del sacro? Qualche giorno prima di morire D.M. Turoldo l’ha trovato in questa frase: “E nel lucido buio, uguale a luminoso vuoto, pensare, ma non sai a che cosa: poi la dolcezza del dormire: sarà così la sua venuta?” Nella dolcezza del dormire di Adamo Dio non ha fatto uscire Eva? Nella notte buia non appare una luce che illumina la Vergine Madre e fa nascere il Figlio di Dio? Nella durezza della roccia Dio non fa sgorgare l’acqua che disseta l’umanità in cammino? Uno dei pericoli che può correre una Chiesa, sia essa cattolica, ortodossa o protestante non è quello di appiattirsi sul sociale abbandonando il sacro? Nel 1952 don Adolfo Asnaghi scriveva su un giornale: “La Chiesa non è un mummia odorante di naftalina.” Lo Spirito soffia, oggi come ieri, e chiede.

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