La Chiesa a un bivio: o si apre, oppure diventerà un deserto!

 

di don Giorgio De Capitani

Più di 170 preti e diaconi dell’arcidiocesi di Friburgo, in Germania, hanno dichiarato pubblicamente, con nome e cognome, di somministrare regolarmente l’Eucaristia a divorziati risposati. Nell'andare contro ai dettami della Chiesa, scrivono, “teniamo conto della decisione in coscienza delle persone coinvolte e della situazione di vita reale che ne consegue”. “Nelle nostre comunità, i divorziati risposati fanno la comunione e ricevono i sacramenti della riconciliazione e dell'unzione degli infermi, con la nostra approvazione”, dichiarano i parroci, aggiungendo che chi ha contratto seconde nozze fa anche parte dei consigli parrocchiali ed è attivo nella catechesi e nelle altre attività comunitarie.

Non penso che questi preti tedeschi siano delle eccezioni. Senz’altro hanno più coraggio. Anche in altre diocesi, più di quanto si possa immaginare, succede la stessa cosa, ma… senza esporsi pubblicamente. Ed è qui che noto una grande ipocrisia: si è costretti a nascondere, per non incorrere in qualche sanzione canonica da parte della competente autorità. C’è anche un altro motivo: la nostra gente non è ancora stata educata ad accettare una tale apertura, e perciò si scandalizzerebbe. (Non ha nemmeno le idee chiare nel distinguere tra il divorziato che rimane tale, senza risposarsi, e che perciò può benissimo accostarsi ai sacramenti, e il divorziato che si risposa). E allora succede che è quasi una prassi da parte del prete dire ad un divorziato risposato: Io ti perdono nel nome del Dio misericordioso (ciò è anche facile nel segreto di un confessionale), ma va’ altrove, in una chiesa dove nessuno ti conosce, a ricevere l’Eucaristia. Conosco preti che si comportano così. Lo faccio anch’io. Oppure, e ciò succede nei grossi centri dove è impossibile conoscersi tutti quanti di persona, un divorziato risposato si accosta regolarmente alla mensa eucaristica senza tanti problemi. L’obiezione che mi fanno i divorziati risposati è questa: Non è giusto fare i clandestini! Sì, è vero: non è giusto! Ma… che fare?

Succederà anche in questo caso che la prassi, ora clandestina, finirà poi a spingere la Chiesa ad accettare. È successo in altri campi. Anni fa, non troppo lontano, era proibito alle ragazzine servire l’altare (fare le chierichette), ora è un dato di fatto, accettato anche dalla Chiesa ufficiale. Succederà anche per il preservativo. La maggior parte dei cristiani lo usa tranquillamente. Ancora la Chiesa gerarchica si ostina a proibirlo, ma non so fino a quando.

C’è una cosa sconvolgente, almeno lo è per me. Abbiamo collaboratori nei Consigli pastorali e nel campo catechistico, che dal punto di vista canonico sono in regola, ma che frequentano poco i Sacramenti, nemmeno ci vanno a Messa, e poi non permettiamo ai cosiddetti “irregolari” (dal punto di vista del diritto canonico) di collaborare in modo diretto con la parrocchia, e li vediamo partecipare regolarmente alla Messa. Che dire? Lascio a voi la risposta.

In questa Chiesa ci sono ancora tante vergognose contraddizioni e palesi assurdità. Ciò che si vuole salvare è solo la faccia, e la legge, favorendo così un mondo spaventoso di ipocrisie. Sembra che tutto debba essere nascosto. Come ai tempi delle catacombe. Tranne che i primi cristiani erano costretti a nascondersi per paura del potere romano che li perseguitava, anche con il rischio di morire. Oggi c’è ancora il potere romano: quello dello Stato del Vaticano.

La Chiesa vede, sa che tanti cristiani, a iniziare dai preti, disobbediscono, ma tutto deve essere nascosto. Per salvare la faccia. E si nasconde anche il male. Si è arrivati a coprire anche le criminalità, come la pedofilia dei preti e delle suore (parliamo sempre dei preti, ma le suore sono tutte innocenti?). C’è il crimine della pedofilia ecclesiastica, e c’è il crimine che è connivenza con la mafia di vario tipo. Gli scandali ormai stanno scuotendo la Chiesa di quel Cristo che, se ha avuto dure parole contro il tradimento di Giuda Iscariota, non so che cosa direbbe oggi contro i giuda del vaticano, coloro che comperano e vendono i beni preziosi della Chiesa (i valori evangelici!) barattandoli con lo “sterco del demonio”: così la Chiesa definiva in passato il denaro, ma probabilmente con l’andare del tempo si è tanto abituata al suo fetore da scambiarlo con il profumo dell’incenso.

Ma la Chiesa che cosa teme di più? Che il Vangelo radicale venga alla luce, oppure che escano allo scoperto i giochi sporchi del Vaticano? Ho l’impressione che la Chiesa tema di più i Profeti di casa! Appena qualcuno di questi dà troppo fastidio, subito arriva la condanna; Invece, quando escono alla luce i giochi sporchi del vaticano, allora ci sono sistematicamente le smentite. Che dire? Lascio a voi la risposta.

Quando si parla dei sacramenti e della possibilità o no dei divorziati risposati di riceverli, solitamente si tira in ballo solo l’Eucaristia, e ciò che la precede, ovvero la Riconciliazione (che viene negata). Nessuno parla di un eventuale possibile matrimonio da celebrare in Chiesa. Forse i tempi sono ancora immaturi? Probabilmente il problema non si pone. Almeno per me. Ciò che conta è l’amore, indipendentemente che venga o no istituzionalizzato attraverso un atto civile (in Comune) o un atto religioso (in Chiesa). Non vado oltre, perché rischierei di essere scomunicato dallo Stato e dalla Chiesa ufficiale. Ma almeno riconosciamo che, anche qui, ci sono contraddizioni, e ci sono ipocrisie. Non si ha l’impressione che la legge conti di più dell’amore autentico? Lascio a voi la risposta.  

 

Da Vatican Insider
 
In Germania 160 parroci dell’arcidiocesi di Friburgo dichiarano sul web di somministrare l’Eucarestia a chi è sposato in seconde nozze
 

ALESSANDRO SPECIALE
 

CITTÀ DEL VATICANO

Il tempo dell'attesa è finito, è giunto il momento di passare all'azione: devono aver pensato così più di 150 preti e diaconi dell'arcidiocesi di Friburgo, in Germania (161 al momento di scrivere quest'articolo) che hanno dichiarato su internet di dare regolarmente la comunione anche le coppie di divorziati risposati.

I sacerdoti – circa un settimo del clero di Friburgo, guidato dall'arcivescovo Robert Zollitsch che è anche presidente della Conferenza episcopale tedesca – nel loro manifesto si dicono “pienamente consapevoli” di violare la posizione della Chiesa cattolica: “Con la nostra firma, diamo espressione che, nella nostra attività pastorale nei confronti dei divorziati risposati, ci lasciamo guidare dalla misericordia”, scrivono, citando il principio salus animarum suprema lex (la salvezza delle anime è la legge suprema).

Nell'andare contro ai dettami della Chiesa, scrivono, “teniamo conto della decisione in coscienza delle persone coinvolte e della situazione di vita reale che ne consegue”. “Nelle nostre comunità, i divorziati risposati fanno la comunione e ricevono i sacramenti della riconciliazione e dell'unzione degli infermi, con la nostra approvazione”, dichiarano i parroci, aggiungendo che chi ha contratto seconde nozze fa anche parte dei consigli parrocchiali ed è attivo nella catechesi e nelle altre attività comunitarie.

Quello dei divorziati è un tema scottante, soprattutto nei Paesi di lingua tedesca, ma certo non solo lì. In occasione del suo viaggio in Germania dello scorso settembre, la questione era stata sollevata di fronte a papa Benedetto XVI direttamente dall'allora presidente federale Christian Wulff, lui stesso divorziato. E la situazione dei divorziati risposati e uno dei cinque punti critici evidenziati nella recente “notificazione” della Congregazione per la Dottrina della Fede sul libro di una teologa statunitense.

Papa Benedetto XVI, durante l'Incontro mondiale delle famiglie a Milano, ha ammesso che la situazione dei divorziati risposati è “una delle grandi sofferenze della Chiesa di oggi”: “Non abbiamo semplici ricette – ha detto –. La sofferenza è grande e possiamo solo aiutare le parrocchie, i singoli ad aiutare queste persone a sopportare la sofferenza di questo divorzio”.

Nel loro manifesto, i preti di Friburgo fanno esplicito riferimento al Memorandum “Per una svolta necessaria” lanciato da centinaia di professori di teologia tedeschi nel marzo 2011 e al libro del teologo Eberhard Schockenhoff “Opportunità di riconciliazione?” che aveva affrontato la questione. Oltre 300 membri del clero friburghese avevano firmato una mozione di sostegno al Memorandum.

In una nota, l'arcidiocesi di Friburgo ha definito quella dei sacerdoti una iniziativa “moltiplicata dai media” che non è “né utile né costruttiva”. E se è possibile per un prete fare “in coscienza” una scelta “responsabile e fondata” in alcuni casi concreti, non è in alcun modo possibile permettere una prassi “generale e indifferenziata” che vada contro la dottrina della Chiesa universale.

 

44 Commenti

  1. francesco ha detto:

    Io ormai da tempo non mi ritengo piu’ un cristiano cattolico, lo sono stato ma poco incline a certi dogmi. Ormai mi ritendo uno spirito libero, vivo senza dogmi, senza paure, ho capito che nella vita ci vuole il buon senso e non le religioni. Sono felice cosi’, credetemi.

  2. francesco ha detto:

    Don Giorgio ha proprio ragione, l’italia e’ un paese di ipocriti. Al cristiano non interessa avere fede o credere in dio, ma far sapere agli altri che hanno fede. Falsi.

  3. michele ha detto:

    “Non pravelebunt, non pravelebunt portae inferi!”. San Michele Arcangelo, protettore della Chiesa, proteggici dal fumo di Satana che, appestando tutto il mondo, sta avvelenando i cristiani. Combattete la Massoneria. Che Maria santissima conduca il popolo cristiano all’unità in Cristo e alla vittoria dei Sacri Cuori. Non mancherà il Signore di venire. Maranathà, Veni Domine Jesu!

    • Sergio ha detto:

      Meno male che ci sono ancora profeti che hanno il coraggio e la forza di urlare in faccia agli ottusi la verità ..la realtà ! Inutile scaraventare anatemi in latino o scomodare le beate vergini ecc ecc. Tenetevi pure le fette di salame sugli occhi…Voi, io faccio tesoro dei pensieri di Don Giorgio,essi alimentano la mia povera fede , che ha tanto bisogno di essere sollecitata in modo genuino e sincero , a me non servono piú le fette di salame! Grazie Don Giorgio!!!

  4. maripag ha detto:

    Don Giorgio ha scelto quel relativismo morale attraverso il quale Satana domina in questo mondo che ha estromesso Dio. Ha scelto e invita a scegliere di allontanarsi dal Magistero e dalla Gerarchia, che è la Chiesa, sempre assistita dallo Spirito Santo secondo la promessa di Gesù, nonostante la debolezza umana. Non ci sono parole per esprimere la sofferenza nel constatare quanti pastori giorno dopo giorno diventino tralci secchi trascinando con sè tante anime. Affido Don Giorgio all’Immacolata perchè possa trionfare nel suo cuore.

  5. ada ha detto:

    Nelle situazioni difficili noi vorremmo inventare soluzioni nuove:
    “dialoghiamo!” si dice “per cambiare parole dette in modo chiaro da Cristo.
    In nome della compassione e dell’amorevolezza dello spirito del Vangelo,
    si propone

    non di convertirci noi a Lui,
    ma di travisare Lui per convertirlo a noi
    e si inveisce contro la Chiesa che non ci vuole accontentare!

    Come a Maria SS è stata chiesta l’adesione,
    anche noi abbiamo il nostro “fiat” da dire.
    La nostra condizione è di persone libere, ma non libertarie:
    poi, possiamo fare come vogliamo,
    chi ci obbliga?
    non siamo mica soggetti
    a fatwe come in altre religioni!

  6. lina ha detto:

    Nell’anno 2000 se non erro, Giovanni Paolo II con una celebrazione solenne in Vaticano, chiese perdono per le colpe storiche della Chiesa, ossia intolleranze, violenze e sorprusi commessi durante le Crociate e nell’Inquisizione, per le conversioni forzate ecc. Mi domando se questi gravi crimini si sarebbero potuti evitare se non si fosse adempiuto alla promessa di obbedienza filiale verso le gerarchie delle varie epoche, come si deduce dalla frase in latino citata in un intervento.

  7. Enzo Arosio ha detto:

    Fermo restando che sottoscrivo tutto quanto enunciato nel secondo intervento di Maurizio e Monica , due – cristiani – con la palle ( e spero ardentemente non ciellini! -ma non tanto per essere ciellini quanto per non assomigliare al formicone ) ; uhee ‘ catholic ‘cominia ad identificarti con nome e cognome e poi vedi di fare meno prediche ad un Don Giorgio a cui si potranno trovare alcuni difetti ma non certo la ‘ paraculia ‘ di pasoliniana memoria ; altrimenti vorrei proprio vedere come te la cavi con la tua fede con 4 anni di psicanalisi! ; tu e tutti quelli come te, dai vian ai carron , ai formicon ecc. ecc.; e non provarci a toccare Carlo Maria Martini o Dionigi Tettamanzi che ti stanno sopra un milione di chilometri! ( Comincia da “ Non temiamo la storia “ di Carlo Maria Martini e poi vediamo ). Inoltre per quanto riguarda “ latino , canto ambrosiano , gregoriano , liturgia antica“ non ho letto pagine di denigrazione da parte dell’interessato ma ad ogni modo mi parrebbe assurdo che mettesse in discussione il primato di S. Ambrogio negli ‘Inni’ i quali sono opera musicale eccelsa ed elogiata niente po’ po’ di meno che da S. Agostino ! ; opere a sé stanti ed originali rispetto al gregoriano . Per quanto riguarda il canto gregoriano inoltre , a sua volta , parrebbe delirante tentare di demolirne la profondissima matrice di fede , singolarmente ovvero all’unisono coralmente proclamata , perché prima che religioso sarebbe un orrendo errore storico-musicologico , che non mi risulta sia stato compiuto. Circa poi la liturgia antica : ma mi sembra proprio che , quand’anche non nella forma , Don Giorgio stia proprio tentanto di ripristinarne lo spirito ! ; e ad un ottimo livello di conoscenze evangeliche ed umanistiche . E poi…., uno che si nasconde con un Don Giorgio che ci mette non solo la faccia ma anche il…( omissis per discrezionalità ) rischiando quanto rischia in termini di immagine , dignità , …e non solo ; suvvia un po’ di creanza e rispetto per chi ha eliminato dal proprio vocabolario la parola – viltà-!

  8. Catholic ha detto:

    La vera ipocrisia è la sua, don Giorgio!
    Probabilmente nel suo processo di rimozione e di rigetto dalla sua mente di latino, canto ambrosiano e gregoriano, liturgia antica ecc… ci è finito anche il giorno della sua ordinazione (come potrebbe essere diversamente, dato che quel giorno aveva tutte le “caratteristiche” appena citate). Non si ricorda più (oppure si ricorda solo quando e con chi le fa comodo) che quel giorno lei è stato interrogato (dando una risposta affermativa), tra le altre cose, anche su questa domanda?

    D: Promíttis mihi, et Successóribus meis reveréntiam, et obediéntiam?

    Se lei ora è prete la sua risposta fu sicuramente questa (almeno a livello verbale, a livello intenzionale ho i miei dubbi):

    R: Promítto.

    MEDITI DON GIORGIO, MEDITI!

    • Maurizio e Monica ha detto:

      Sinceramente, questo modo di intervenire ad una problematica così sentita in questi ultimi tempi ci sembra fuori luogo. “Catholic” lei vuole cambiare il tenore del tema spostandolo sulla dialettica quando cristianamente sarebbe da seguire un percorso chiamato “dialogo”, quindi il suo nickname NON corrisponde al suo animo. La sua professionalità nel riportare la solenne promessa non fa altro che indicarci la sua professione perché ci sembra che di questa si tratta e non di missione cristiana. Il suo intervento di stizza avvalora l’ipotesi che lei voglia difendere la sua Casta umanamente capibile, ma cristianamente criticabile. La Chiesa con la “C” siamo NOI TUTTI e non solo voi casta gerarchicizzata. Le consigliamo di prendere come esempio Maria Teresa di Calcutta, esempio principe di cristianità a servizio dei bisognosi.
      Il tenore del suo intervento Sig.Catholic ci fa riflettere, anzi i nostri dubbi sulla gerarchia del clero si radica ancora di più.
      Dialogo non dialettica, mediti sui valori cristiani e non si lanci con questi anatemi, che il Signore abbia misericordia di tutti quelli come lei.

  9. Maurizio e Monica ha detto:

    Siamo sposati, credenti, praticanti ma siamo vicini al suo pensiero sull’argomento bisogna educare i giovani al vero Amore forse più di qualcuno lo confonde con altri valori.
    Gli aggiustamenti non bastano più, il momento delle riforme è finito; nemmeno una rivoluzione potrà creare qualcosa di nuovo, perché per ora é inaccettabile. Bisogna cambiare mentalità, che sia in grado di capovolgere tutti i nostri sistemi di valori. Incominciamo a metterci il grembiule e serviamoci l’un l’altro, fare del bene disinteressatamente indistintamente questo ci ha insegnato Gesù, il bene che viene dal cuore e non dalla testa, spontaneità non calcolo. Tutti sbagliamo! siamo quindi misericordiosi gli uni con gli altri. Non è la preghiera che ci fa santi ma le nostre buone opere quotidiane, siamo cristiani cattolici nel senso che per 365h24 ci comportiamo da cristiani e non cristiani cattolici per 45 minuti per 52 volte all’anno. Cordiali saluti.

  10. mauro ha detto:

    Sono un separato, ormai da 5 anni, non ancora divorziato. Ero un integralista della fede tradizionale, ora sono un uomo che lotta con la propria coscienza contro le ipocrisie del mondo ed il moralismo piccolo borghese imperante. Mi guardo intorno a messa, quanti vivono situazioni di sofferenza e di esclusione, eppure Dio è vicino ad ognuno di loro. Guardo le sedie vuote, ascolto i cori stanchi e mi chiedo se le nOStre chiese sono fatte per i “perfetti” che entrano o per tutti gli smariiti che stanno fuori…
    Eppure la Chiesa Ufficiale è contenta di riempire le piazze, di organizzare eventi, meeting e kermesse che spesso, spenti i riflettori, lasciano tutto inalterato, anzi.. a volte, l’ostentazione della normalità fa sanguinare i cuori di chi vive nella cosidetta irregolarità.. e vive con coerenza, rispetto e dignità.
    Quante coppie di separati o divorziati vivono ben più “castamente” di tante coppie regolari e certificate dalla dottrina di facciata!..
    Eppure ho ancora la ragionevole speranza che la religione sparisca e lasci il posto alla fede: nella mia esperienza nessun sacerdote, in confessione, ha mai avuto parole di condanna, anzi… Però mi chiedo perchè nelle omelie ed in pubblico sento poi gli stessi sostenere, anche forse stancamente, la posizione “ufficiale” così lontana dalla misericordia..
    E’davvero ora di avere coraggio.

    • RIITTA ha detto:

      Mauro, scusi forse Lei non lo sa me se è SOLTANTO SEPARATO FISICAMENTE da sua moglie e non si è risposato, non convive con un’altra donna e non si unisce carnalmente ad una donna che non è per le leggi canoniche la sua legittima consorte PUO’ PRENDERE TRANQUILLAMENTE LA COMUNIONE. Quando si è sposato ha giurato davanti Dio…il matrimonio cattolico è un Sacramento, non una buffonata. Un Sacramento in cui Lei – sposo- rappresenta Cristo e la sua ex moglie rappresentava la Chiesa. Ora diciamoci la verità: come fa a venire meno l’amore di Cristo per la sua Chiesa? Dare la comunione ai divorziati risposati significherebbe sminuire il vero valore di questo Sacramento. Ma molti, tipo il signor Baudo, dicono di non poter prendere la Comunione quando invece, pur essendo divorziati e basta, AVREBBERO IL DIRITTO DI FARLA! Il can can che si è aperto sulla Comunione di Berlusconi al funerale di Vianello è dovuta alla mera IGNORANZA DI TANTI CATTOLICI IN MATERIA. Infatti: Berlusconi era sposato in Chiesa con la prima moglie, poi si è diviso civilmente (non ha avuto nullità) e si è risposato civilmente con la Lario. Una volta separatosi dalla Lario egli ha di fatto interrotto la SITUAZIONE DI CONCUBINATO in cui si trovava per le leggi canoniche, di conseguenza PER LA CHIESA BERLUSCONI RISULTA ESSERE UN SEMPLICE DIVORZIATO CON TUTTO IL DIRITTO DI ACCEDERE ALL’EUCARISTIA.

  11. ada ha detto:

    A Lina
    Sul perdono, affinchè il nostro essere giusti non sia un sasso da scagliare contro i fratelli.
    vediamo la parabola del fariseo e del pubblicano
    “Il pubblicano si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me: sono un povero peccatore!”.
    E Gesù disse che questo tornò a casa perdonato, mentre il fariseo, integerrimo no.

    Si può aver fatto cose orribili e scontare la pena in carcere per tutta la vita,
    e la giustizia umana deve fare il suo corso,
    ma con il pentimento si può contemporaneamente essere tornati nel cuore di Dio.
    Lo stato vero del nostro cuore e delle nostre anime è conosciuto da Dio solo,
    evitiamo la superbia che addirittura è deicidio!

    A Blender
    Che chiede “A che serve il Sacramento senza amore?

    Quando ci si sposa in chiesa, nessuno ti chiede se sei innamorato,
    ma SE VUOI TU …PRENDERE IN SPOSO/A …..
    E’ solo nella nostra società contemporanea che ci si sposa per amore,
    fino a circa un secolo fa anche da noi solitamente il matrimonio era concordato,
    poi, in più, maggiormente ai tempi di Gesù
    dove le famiglie fin da quando i figli erano piccoli li facevano “promessi sposi”:
    erano accordi per interesse, per affinità ideale, per motivi religiosi…,
    soprattutto guardando gli alberi genealogici, per derivazioni da tribù., presso alcuni popoli.
    Quello che noi vediamo nelle attuali civiltà pakistane o di lì vicino,
    anche da noi era solitamente in uso.

    Per quanto riguarda l’affermazione che, o la Chiesa si adegua o rimarrà un deserto,
    Cristo stesso si è chiesto “Quando tornerò, troverò ancora la fede sulla Terra?”
    Egli aveva avuto l’esperienza della Croce, dove c’erano con Lui
    Maria SS e l’apostolo Giovanni, più alcune donnine che i “soliti” diranno,
    scandalizzati,
    le BEGHINE che stanno sempre a biascigar preghiere!

    • Blender ha detto:

      Mi hai appena confermato la vuotezza sostanziale del “Sacramento” Matrimonio: è solo un contratto sociale, nulla di più. Come contratto sociale che non danneggia nessuno (anche se infranto, pur incorrendo in difficoltà per gli eventuali figli) non vedo come possa interessare ad un ipotetico Dio. In poche parole hai detto: la famiglia tradizionale non è sacra, è solo un piccolo quadratino delle ipocrisie di un mondo più grande.

      PS: La Chiesa non si deve adeguare ai tempi moderni perchè altrimenti diventerà un deserto (almeno di essere tollerante nei confronti di alcune questioni: contraccezione, divorziati risposati, coppie di fatto, coppie dello stesso sesso etc.), ma perchè sta facendo una crociata assurda e inutile trascurando ciò che dovrebbe essere l’essenziale della fede. E se capisse realmente l’essenza della fede, forse, smetterebbe di combattere per questioni inutili. Adesso non ti suona diversamente il “troverò ancora fede sulla Terra?”

  12. Enzo Arosio ha detto:

    Ormai ho passato il segno dell’insistenza ; ma la questione posta da Lina è cruciale , anzi esplosiva ; come sarebbe bello conoscere il punto di vista di Gesù sui preti pedofili! ( e sui porcon a cui è stata pubblicamente somministrata la S.Comunione !!- bestemmia di fatto ad opera di un vescovo ) ; ma temo che una prima implcita risposta , ad usum curiale , ci sia… a proposito di ‘scribi e farisei’ , più volte citati dai commentatori (lasciando che il pensiero corra fino ai celestiali carron e formicon conniventi del porcon).

  13. francesco ha detto:

    Da bambino preparandomi alla prima comunione , la buona e santa suora mi insegnava che bisognava ESSERE DEGNI di ricevere Gesu’, Bisognava essere puri come gli angeli.
    Il sabato prima del grande evento dopo la confessione fatta , stetti in casa e ubbidiente me ne gurdai bene di dire un no a mamma e papa’, lontano dalla sorella per evitare di… e cosi “”sporcarmi””. Se il giorno dopo non sarei stato degno di riceverlo, poteva succedere qualcosa di brutto e pericoloso, non vi dico cosa, forse non ci crederesti.
    Poi si diventa grandi e si cerca di vivere alla meno peggio, si cerca di dare “”ragione”” alla propria fede.
    Ci si incontra,finalmente si studia la Bibbia ,libro che per molti anni era quasi un libro all’indice. Il mio povero parroco candidamente ci diceva , lui in seminario NON aveva mai potuto leggere tutta la Bibbia , era un libro da leggersi solo col permesso del padre spirituale, e nessuno poteva averla, per averla ci voleva il permesso del vice rettore.
    Il Concilio Vat II ci da lumi e nuovi spunti per rileggere l’eperienza e l’annuncio Cristiano. Ci invita ad andare all’origine e alla fonte della fede.
    Allora si scopre che la FEDE non e’ la religione, anzi e quasi l’opposto.
    Religione e’ il tentativo dell’uomo di raggiungere Dio ( Babilonia) faccio il bravo, mi mortifico, mi….; devo liberarmi della zavorra( peccati, cattive abitudini…) che mi tiene agganciato al mondo, perche’ voglio salire al cielo e incontrare Dio
    La conseguenza: bisogna essere ANGELI ( santi) per meritare Dio. La suora aveva ragione: cambiare la vita per essere degno di Dio.
    FEDE invece e’ accettare l’invito, il dono di Dio che mi fa/da per quello che sono OGGI E QUI , perché vuol cambiarmi e farmi simile a lui SANTO. Dio sa il mio peccato e io so che non potrei mai arrivare a lui se lui non mi prende per mano e mi ci porta a lui.
    La santita’ ( cambiamento di vita e’ e puo’ essere solo conseguenza di questo abbassamento di Dio che si fa uomo per farmi Dio)
    Se si accetta che VIVIAMO nella FEDE allora ne consegue che chi ha piu’ bisogno di Dio sono i peccatori! Piu’ e’ grosso il mio peccato più ho bisogno che Lui sia con me, in me. Perche’ solo la sua “” GRAZIA”” può vincere il mio peccato.( il cosi detto figliol prodigo)

    I buoni, i pii,..i “”religiosi””.. hanno meno bisogno di Dio.( vedi scribi e farisei)

    Riflessioni di una giornata umida e calda in Cina.

    Francesco

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